TUTTO IL RESTO E' PARANOIA

 

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Chi c'è davvero rimasto male, ma molto male, sono gli juventini. O almeno quella frazione paranoica e deviata di juventini (qualcuno normale, per fortuna nostra e dell'umanità intera, è rimasto) che da un paio d'anni vive in un mondo tutto suo, una specie di universo calcistico parallelo dove le fortune della Juve sono vissute in maniera combinata con le eventuali sfighe dell'Inter. Ma la cosa triste - ognuno di noi potrà citare numerosi casi del genere - è che raramente il pathos riservato alle sconfitte dell'Inter o alle gufate anti-nerazzurre supera quello che ogni tifoso di buon senso dovrebbe riservare ai cazzi propri. La stagione di questa gentaglia si è risolta con la doppia sfida in campionato con l'Inter, perché non c'erano altre partite che valessero nemmeno la metà di quelle due. E l'inculata di Coppitalia a opera di un ragazzino di incerta provenienza è passata subito in secondo piano grazie al Liverpool, per non dire del festival del mese finale, quando la rimonta, il crollo, i gatti neri e le intercettazioni hanno permesso agli juventini di vivere qualche settimana di grandeur morale e materiale. Raggiunto il terzo posto (sì, il terzo posto), lo juventino medio ha sistemato la sua coscienza e si è potuto finalmente dedicare ad altro: all'Inter, vera ragione di vita dello juventino (e questo, ragazzi, spiega tante cose).

Volete una prova: fate delle domande a bruciapelo a uno juventino del tipo bilioso. Quanti punti avete fatto? Quanti punti  avete sulla Fiorentina? Domandine così. Non le sanno. Provate a chiedergli i risultati dell'Inter. Li sanno. Tutti.

E io ora qui lo ammetto: questa enorme e suggestiva gufata mi aveva fatto paura. Le ultime due settimane sono state un inferno. La situazione mi spaventata non in sè, ma per i possibili effetti. Se ieri non avessimo vinto a Parma un popolo (perché sono tanti, purtroppo) avrebbe festeggiato il nostro non-scudetto, il nostro disastro, il nostro 18 maggio. E io adesso sarei in un bunker a scrivere sottoterra il mio ultimo post, perché non ce l'avrei più fatta a sopportare l'insieme dell'accrocchio, nè il nostro 18 maggio nè la loro risata da jollyjoker, e forse avrei già aperto un blog in cui parlare di jogging (non running: jogging), puntocroce, giardinaggio, poesiole e fatti miei.

E invece no. Oggi è un bel giorno per gli interisti e un giorno di merda per loro, che faranno finta, dissimuleranno, rincareranno la dose ("alla fine ve l'hanno fatto vincere", "siete comunque una barzelletta" eccetera eccetera) ma intanto hanno davanti l'albo d'oro e devono fare finta di non vederlo.

Ecco: loro (quelli inutilmente biliosi) fanno finta. Da due anni fanno finta che non sia successo niente. Gli scudetti tolti, la serie B. Niente. L'anno scorso il calcio mondiale era in stand-By perché loro non c'erano. Quest'anno invece c'erano e tra ieri e oggi stanno realizzando questo quadro apocalittico eppure dannatamente reale: loro c'erano e non hanno vinto, loro c'erano e ha vinto l'Inter. Pazzesco.

Lasciamoli nel loro brodo. Lasciamoli contare 15 invece di 16. Lasciamoli contare 29 invece di 27.  Non sanno nemmeno più leggere i numeri. E' gente così, paranoica e cattiva. Chissà cosa si inventeranno per passare l'estate. Un giorno rivinceranno, perché sono la Juve. Magari sarà già l'anno prossimo, e se succederà vorrà dire che l'avranno meritato. Ma oggi non vorrei essere nei loro panni di gente povera di spirito. Preferisco essere nei miei, che cammino a un metro da terra. Sembro la versione etero e di sani principi di Michael Jackson. E' dalle 17 di ieri che faccio moonwalking. Sarà meglio che avverto il Guinness, va'.

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