DOPO MERCATO

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LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO

Oggettivamente, le campagne acquisti con i fiocchi sono un'altra cosa. I campioni te li vendono al loro prezzo e di euro in giro ce ne sono pochi. Ergo: si fa quel che si può. O quel che si vuole. Nel caso nell'Inter: chiudere in attivo, liberarsi di un paio di ingaggi onerosi e di qualche ridondanza di rosa. Se questa è stata una campagna acquisti che ci porterà vantaggi o benefici, lo scopriremo solo vivendo. Fa un po' impressione vedere l'Inter che, su richiesta e su giusto corrispettivo, vende. Non trattiene, non traccheggia, non fa la preziosa, non punta i piedi, non respinge al mittente. Vende, punto. Ranieri voleva tenere Thiago Motta, ma ce lo hanno chiesto e ce lo hanno pagato a un prezzo consono. Via. Ranieri dovrà fare a meno di Motta, bòn.

Avessimo scambiato Zarate con una qualunque punta esterna di un minimo valore, ecco, sarei stato più contento. L'attacco resta quello di prima, con due centravanti che giocano assieme, un lungodegente totale e un inutile metrosexual che entra nei venti minuti finali a fare casino.

In difesa arriva questo Juan che probabilmente non giocherà mai, avendone davanti un bel po'. Ma sarà sicuramente un discorso a lungo termine.

A centrocampo, invece, si cambia parecchio. Ho in mano un bel bicchiere pieno a metà. O vuoto a metà. Cerco di descriverlo.

Mezzo pieno. Sono contento che abbiano preso dei centrocampisti. Certo, ne hanno presi due e contestualmente ne hanno venduti due, ma va bene lo stesso. Sono contento di Palombo, che avrei senz'altro preso lo scorso luglio: è un giocatore di esperienza, cazzuto, fatto e finito. Non è Fabregas e non è Schweinsteiger, ma non mi dispiace nè come atteggiamento nè come potenzialità. Guarin non lo conosco, ma è giovane e di prospettiva. Il centrocampo acquista in corsa e in voglia. Sono due rimpiazzi invernali che potrebbero diventare pedine importanti.

Mezzo vuoto. Palombo è più vecchio di qualche mese rispetto a Thiago e sicuramente non ha i suoi piedi nè la sua propensione offensiva. Guarin è una scommessa: in tre stagioni e mezza al Porto ha giocato 65 partite, non sono un po' poche? Molte meno del fragile Motta all'Inter. Sicuramente aumenta l'atletismo, ma si abbassa il tasso di classe. Quello coi piedi buoni la prenderanno a giugno? Mah.

E intanto domani si gioca al circolo polare milanese.

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