JOSE' MOURINHO e BEPPE BARESI

Domanda a MOURINHO durante la conferenza stampa, tratto da inter.it
Pensa che si possa pensare che si possa vendere il prodotto calcio assumendo atteggiamenti come quello di mandare a parlare il suo vice allenatore dopo una gara?

"Tu vuoi un esempio assolutamente chiaro in relazione a questo discorso? Parliamo di Premiership, il prodotto numero uno al mondo in questo senso. Alex Ferguson, visto in tutto il mondo come uno dei migliori allenatori nella storia del calcio, e io penso che lo sia, quante volte Sir Alex Ferguson non va alla stampa. E quante volte si parla di mancanza di rispetto e di tutti questi aggettivi che abbiamo sentito negli altri giorni? Nella mia breve carriera, meno di dieci anni, per 21 volte un mio collaboratore ha parlato con la stampa. Ecco, solo qui per la prima volta in tutte queste 21, si è parlato di mancanza di rispetto. Ti faccio una domanda: un allenatore che durante tre mesi ha studiato italiano quattro-cinque ore al giorno per arrivare per la prima volta in un paese nuovo e parlare con il paese, le persone, con tifosi e giornalisti nella loro lingua, magari non benissimo perchè qualche volta sbaglio, pensi che sia mancanza di rispetto. Adesso parla Ranieri che è stato in Inghilterra cinque anni per dire buon giorno, good afternoon e good morning per lui in cinque anni sono stati un grande problema... Lui che rispetta i tifosi e i giornalisti inglesi e viene da me a parlare di che? Giuseppe Baresi non può rappresentare la società Inter, non può rappresentare il suo tecnico Josè Mourinho? Chi mi deve dire questo è il presidente Moratti: se lui mi dice che Baresi non ha la qualità, lo status, l'immagine e la fiducia per rappresentare la società, se il presidente mi dice così prometto che ci sarò in tutti gli incontri con la stampa. Ma me lo deve dire il presidente, non tu o un altro giornalista in tv o un altro allenatore. C'è una sola persona che è la testa di questo club, il presidente Moratti: se mi fa una critica e mi dice che non accetta questo, allora io gli chiedo scusa e le assicura che da questo momento farò diversamente. Prima di arrivare, ho preparato un documento per la società: ho scritto il profilo dei collaboratori che volevo, ho detto che funzione dovevano avere. imageUna delle cose che è scritta in quel documento, che abbiamo io e la società, sono le ragioni per le quali voglio con me una persona con un determinato profilo che conosca la storia del club. È Giuseppe Baresi, ma poteva essere Riccardo Ferri o Giuseppe Bergomi o un altro uomo importante per la storia del club, questo per avere una persona che mi rappresentasse con dignità, qualità, classe e status davanti ai tifosi, ad altre società ed alla stampa. Il problema qui è un altro: voi non avete rispettato una persona come Giuseppe Baresi. Se non capite molto bene posso farvi un disegno per spiegarvelo meglio. Arrivederci, un abbraccio".

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Zanetti: "Io e l'Inter, la mia vita"

fonte: INTER.it

image Zanetti: ci spiega il significato di tutte quelle fasce?
"Sono quelle più importanti e, per me, significative. C'è quella in ricordo dell'avvocato Prisco, c'è quella per Giacinto, la prima dedicata alla fondazione 'Pupi'.... Ci tengo molto perchè sono tutte davvero speciali".
Ce n'è una dalla quale, per niente al mondo, si separerebbe?
"Quella in ricordo di Giacinto Facchetti (ndr.: indossata in occasione di Fiorentina-Inter del 9 settembre 2003). Per il rapporto che avevo con Giacinto, per l'esempio che è stato per tutti noi, perchè è stato sempre presente in qualsiasi momento e, da quando è mancato, è impossibile per tutti gli interisti dimenticarlo. Una persona così non si può dimenticare... ".
Ci racconta le sensazioni di provate ieri sera, prima e durante Inter-Lecce? Non era una presenza come tante altre...
"Ho provato molta emozione, perchè 600 partite sono tante, soprattuto con la stessa squadra. Quella squadra che tredici anni fa mi ha aperto le porte e mi ha dato fiducia. E per questo ringrazio la famiglia Moratti. Quando sono arrivato ero uno sconosciuto, proveniente da una piccola squadra d'Argentina. Iniziavo a muovere i primi passi nel calcio professionistico ed avere la fiducia della famiglia Moratti è stato importante, soprattutto in una squadra con tanti campioni e con tanti traguardi da seguire. La fiducia della famiglia Moratti mi ha fatto crescere in fretta, sono arrivato giovane e trovarsi bene in una città molto grande come Milano non era facile. Ho fatto questo percorso insieme a loro e, sinceramente, sono molto felice di averlo fatto ed essere rimasto in questa società".
C'è la partita simbolo di Zanetti e l'Inter?
"Sono state tante partite importanti che hanno lasciato un segno, è difficile scegliere, ma la partita di Parigi (ndr.: la finale Uefa '98 contro la Lazio) con la vittoria del mio primo trofeo nerazzurro resta indimenticabile. Tra l'altro ho avuto anche la fortuna di fare un gol, un bel gol".
E potendo scegliere anche altre partite?
"Il mio primo impatto con San Siro, in uno stadio così grande con tanti tifosi: era la prima volta che mi capitava. Abbiamo vinto quella partita (ndr.: Inter-Vicenza, 27 agosto 1995) ed è stato l'inizio della lunga carriera. Anche la gara dello scudetto a Siena due anni fa è stata una data importante, vincere il campionato in quella maniera è un ricordo molto bello".
Adesso il futuro: dove pensa di arrivare?
"Mi auguro che ci siano ancora molte partite da giocare. Ieri erano 600, ma io penso già alla prossima, fare calcoli non serve...".
Parlando di gol e guardando le esultanze, secondo Zanetti è possibile fare un parallelo tra il gol con la Lazio a Parigi e il gol contro la Roma l'anno scorso?
"È stato un gol importantissimo per come si era messa la patita, la Roma attaccava. Fare gol in quel momento non era facile, ho avuto la fortuna di trovarmi lì in quel momento e ho regalato il pareggio alla mia squadra. È stato un risultato molto importate".
Ci sono stati giocatori importanti per la sua crescita?
"Quando sono arrivato c'erano capitan Bergomi e Pagliuca, mi hanno aiutato tantissimo all'inizio: ero giovane ed era tutto da scoprire, sono stati importanti per i miei primi passi. Ho avuto la fortuna di diventare amico di Zamorano, Baggio, Cordoba, di tanti altri... Mi ritengo forutnato di essere stato loro compagno".
Quando è stata la prima volta che ha sentito parlare dell'Inter?
"Ho sentito parlare dell'Inter guardando le partite del Napoli perchè in Italia c'èra Diego Maradona e trasmettevano in Argentina le partite più importanti del campionato. I miei genitori, poi, me ne avevano parlato: mia mamma andava allo stadio dell'Indipendiente dove l'Inter ha fatto più di una finale e mi raccontava di quelle paritite. Un giorno, in una partita con la nazionale in Sud Africa, Passarella mi chiamò in camera sua e mi diede la notiza che l'Inter mi aveva preso. Non me l'aspettavo, era il 1994, una delle mie prime volte in nazionale".
La prossima parita sarà il derby: come vede il Milan che ha cambiato molto dall'anno scorso con gli acquisti di Ronaldinho, Shevcehnko...
"Il Milan è da rispettare, sono cresciuti e sarà una paritita molto combattuta come sempre capita in un derby. Credo che l'Inter arriverà pronta perchè abbiamo il tempo di preparala al meglio e speriamo di poter fare quello che la squadra è capace di fare per vincere".
A proposito di derby, ne ricorda qualcuno in particolare?
"Il 2-2 quando ho avuto la fortuna di segnare il pari e il 3-0 con un grandissimo gol di Ronaldo".
Adesso  è la bandiera di squadra, ha mai avuto mometi di sconforto?
"Mai, mollare non fa parte del mio carattere. Abbiamo avuto momenti difficili, però la mia idea è che il lavoro ripaga sempre. Ci tengo tanto al lavoro e sapevo che prima o poi i successi sarebbero arrivati, è stato così".
Il segreto della sua longevità? La duttilità tattica o il carattere?
"Un pò di tutto, per poter rendere al meglio curo tanto i particolari. Se si lavora seriamente, la domenica si riesce a fare tutto per aiutare la squadra, questo è quello che mi interessa. Prima dell'obiettivo personale c'è la squadra, io cerco di rendermi utile dove la squadra ha bisogno".
Quando si è ritirato Giuseppe Bergomi la fascia da capitano prima è andata a lei e poi a Ronaldo, c'era rimasto male?
"Non ci sono rimasto male perchè ho deciso io di dare la fascia a Ronaldo. Lui tornava da un infortunio particolare e aveva bisogno di sentirsi ancora importante, ho parlato con la società e non ci ho pensato un secondo a dargli la fascia per farlo sentire importante".
Cinque-sei anni fa, quanto è stato vicino alla Spagna? Real Madrid e Barcelona erano molto interessate e sembrava che l'Inter avesse intenzione di parlarne...
"Sono stato vicino alla Spagna, ma non per una mia decisione, non ho mai pensato di andare via dall'Inter. È stato un momento un po' confuso, sembrava che la colpa fosse solo mia, i giornali scrivevano che volevo andarmene. Io non ho mai parlato con nessun altro club, sono dell'idea che il tempo metta le cose a posto. Infatti, alla fine, ho parlato con Moratti e il presidente mi ha detto che voleva tenermi, per questo ora sono ancora qui".
Chiuderà all'Inter la carriera? E chi è stato il giocatore più forte con il quale ha giocato?
"Ho avuto la forutna di giocare con tanti campioni: Ronaldo, Baggio, Vieri, Zamorano... Tutti giocatori che hanno fatto bene dove hanno giocato. Per quanto riguarda il mio futuro, vorrei rimanere nell'Inter e chiudere la carriera qui. Lo dicevo in tempi non sospetti, lo ripeto con orgoglio e con ancora più forza adesso".

fonte: INTER.it

GRAZIE JAVIER

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Verso Inter-Lecce

Nella serata in cui Zanetti toccherà quota 600 solo un esercizio di stile pessimistico può agitare le acque di una vittoria quasi scontata. Il "quasi" ha due spiegazioni: il rientro di lungodegenti e il massiccio ricorso al turn-over in vista del derby. Come se il Lecce non esistesse. Come se il Catania fosse lontano anni luce. Invece, avendo più di un amico salentino e avendo Zanchetta (ex Primavera Inter) nella mia squadra di fantacalcio, vorrei dedicare qualche riga ai rischi che possono venire dagli avversari. Innanzitutto, sono forti davanti: Tiribocchi è bravo in acrobazia, Castillo è rapido nell'area piccola (Cacia ha avuto tanta sfortuna, ma è una prima punta di valore); e poi sono la tipica squadra da corsa, con incursori imprevedibili (Caserta ha già segnato 2 gol, Munari mi piace, Stendardo può colpire di testa) e la "leggerezza" che viene dal sapere che a San Siro, se azzecchi i 90 minuti, puoi conquistare la luce dei riflettori.
   Un'Inter "normale" - direbbe Mou - vince con 3 gol di scarto. Ma se metti in campo una squadra che non ha mai giocato insieme, con 3-4 undicesimi arrugginiti per vari motivi, e magari qualcun altro che tira indietro la gamba per non pregiudicarsi il derby, i rischi si accumulano. Soprattutto se non riesci a indirizare la partita nella prima mezz'ora, e ti fai prendere dalla frenesia. Personalmente, sono davanti a un dilemma: cedere Balotelli al fantacalcio e sostituirlo con Alexis Sanchez dell'Udinese. Un amico interista con cui ho parlato ieri sera, dice di aspettare questa partita, che Balotelli giocherà e segnerà; ma siccome uso il fantacalcio come cura psicanalitica e tendo a non scegliere calciatori dell'Inter (se fanno gol o giocano bene, sono contento comunque), credo proprio che sacrificherò il ragazzino. Temo sia destinato a vedere poco il campo.Il suo utilizzo è uno dei punti critici nello schema d'attacco di Mourinho, incentrato su Ibrahimovic e speranzoso di poter rivedere un Adriano all'80% del suo potenziale.
   Per giocare mezzora ogni tanto, è molto meglio Cruz - 100 volte più intelligente, tatticamente parlando - del giovanissimo numero 45. Ecco, chiudo su Cruz. Sapete che è il mio preferito, e che non vorrei che Mourinho ripetesse la farsa dei 4 minuti a Torino. L'anno scorso ha segnato 13 gol, 10 decisivi. Nessuno ha segnato altrettanto, su azione. E tutti i suoi partners si sono giovati del suo spirito di squadra, perché chiunque gioca meglio accanto al Jardinero. Ricordate? Persino Oba Martins sembrava un fenomeno.

bauscia.splinder.com

Lomonaco.....

Lomonaco. Una intimidazione da non sottovalutare

 

"Non ha rispetto né degli avversari, né della nazione che lo ospita, né dei tecnici. Mourinho è semplicemente uno da prendere a bastonate nei denti. Non non siamo un popolo che si può imbonire con le chiacchiere e quindi Mourinho la smetta di fare il chiacchierone. Muntari, poi, lo conoscono tutti, non è nuovo a questi gesti e meritava quella espulsione sacrosanta. Mourinho farebbe bene a guardare i suoi problemi, a quanto costa lui e la sua squadra alla sua società. Se non vince, deve fare la valigia e tornare al suo paese. (Pietro Lomonaco)"

   Chiariamo subito una cosa: nel merito non c'è nulla, nelle dichiarazioni di Lomonaco, che non possa essere facilmente confutato con i fatti. A partire dal dato statistico: in 90 minuti e nonostante la superiorità numerica il Catania ha tirato 1 volta nello specchio della porta nerazzurra (il goal); ha avuto 6 minuti appena di supremazia territoriale, ossia 6 minuti in tutto in cui ha giocato nella metà campo interista nonostante la superiorità numerica; l'indice di pericolosità degli etnei, ossia il coefficiente che misura la produzione offensiva di una squadra (possesso palla, verticalizzazioni, capacità di tiro e azioni offensive), è inferiore al 30%. Tutti i dati sono verificabili sul sito della Lega Calcio. Il resto è fuffa.
   Lo stesso vale per Sulley Muntari: non ci risulta che il giovane centrocampista ghanese, che proviene da due ottime stagioni in Inghilterra, si sia mai preso 4 giornate di squalifica per aver insultato la figlia malata di un suo avversario. Sarà certamente un atleta veemente e fisicamente esplosivo, ma nulla più di questo. Ci risulta invece che Giacomo Tedesco, reputazione non proprio cristallina tra Salerno, Palermo e Reggio Calabria, abbia fatto ANCHE ciò (leggi). Ma attenzione: questo è "soltanto" il merito, è soltanto la verità. E nella comunicazione - i politici insegnano - non sempre i fatti concreti, veri, hanno un peso determinante. Conta di più "il segnale" lanciato e il target che lo recepisce. Per questo credo che sarebbe un errore grave sottovalutare le parole dell'a.d. del Catania. La società nerazzurra e il tecnico Mourinho commetterebbero una gravissima leggerezza se non cogliessero il senso di questa invettiva. Cerchiamo di capirci: queste parole sono di una violenza verbale inaudita, una vera e propria intimidazione. Benzina sul fuoco di un calcio che non sa guarire dal virus della violenza che lo attanaglia.  Dichiarazioni ancor più gravi perché provengono da un dirigente di una società di calcio professionistica. Di più: dal dirigente di una società di calcio coinvolta, seppur indirettamente, in orribili fatti di sangue poco più di un anno fa. Dopo la morte dell'ispettore Raciti l'amministratore delegato del Catania, Pietro Lomonaco, aveva detto di aver chiuso col calcio rassegnando pubblicamente le proprie dimissioni. A distanza di quasi due anni è ancora al suo posto. E nel frattempo ha impreziosito il proprio curriculum con altre perle: come la polemica e i ricorsi avversi all'Inter quando i nerazzurri schierarono Marco Materazzi (rispedito a casa dopo la convocazione azzurra) in occasione della sfida del "Massimino" (leggi). In un paese civile si prenderebbero provvedimenti seri contro personaggi di questo genere. In Italia non accadrà nulla. E allora auguriamoci almeno che Josè Mourinho e la società nerazzurra si guardino attorno e facciano mente locale. Questa è l'Italia, Signori, non l'Inghilterra.

 

bauscia.splinder.com

Ciao

Finito il mercato inizia il periodo dei casi, del resto bisogna pur vendere i giornali ....

 

Complimenti alla fantasia di chi ha scritto l'articolo, che riportiamo inbasso, leggetelo , e da morir dal ridere  ahahahah

avercene di "casi" del genere ahahahah

proviamo ad accennare a qualche risposta anche se forse non sarebbe il caso ...

  • Crespo sapeva da luglio di non far parte della lista champions , ed era anche scontato vista la concorrenza, l'unico dubbio era dovuto al mancato arrivo di Quaresma, comunque farei notare che CRESPO (da noi 5 attaccante) ad esempio, nel milan,  sarebbe praticamente titolare, questo dovrebbe far riflettere, e scrivere un bel articolo...
  • Obinna NON è mai stato nella rosa dell'inter, la società lo ha rilevato per cederlo, c'è stato un problema burocratico da parte inglese, sicuramente i più tristi saranno quelli dell'everton .........
  • Il contratto di adriano è naturalmente da discutere in ben altro periodo , non vedo dove sia  il caso ?!?!?!?!? forse è solo una SPERANZA DI CASO ! ahahaha

comunque a fantasia i "giornalisti" italiani sono tra i migliori al mondo ............. una volta lo erano nel loro mestiere !

 

 

ecco l'articolo di letto su gol.com , non firmato, probabilmente
tratto da Tuttosport ....

All'Inter ci sono due casi ancora irrisolti: Crespo e Obinna. Branca prova a smentire e ne spunta un terzo: Adriano!

L'arrivo in pompa magna di Quaresma, la gioia di Mourinho per l'acquisto del suo pupillo, non possono far dimenticare i due casi spinosi rivelatasi nell'ultima giornata di mercato in casa Inter: il primo riguarda Hernan Crespo e il secondo Victor Obinna.

Ieri, Marco Branca ha cercato di chiarire entrambe le situazioni, ma senza volerlo ha gettato nubi anche sul futuro di un altro attaccante dell'Inter particolarmente caro al presidente Moratti...

Su Crespo, il direttore dell'area tecnica nerazzurra ha voluto smentire la voce circolata riguardo ad una comunicazione arrivata solo via sms: "Mourinho gli ha parlato e certe cose si conoscevano già prima di lunedì: la lista era stata preparata da 2-3 giorni e l'allenatore era stato molto chiaro con tutti".

Diversa la questione Obinna. Branca è molto arrabbiato con le autorità inglesi: "Il ragazzo ha capito che era meglio giocare ed era felice del trasferimento all'Everton, cui serviva un giocatore con quelle caratteristiche. Poi è successo che le autorità inglesi non gli hanno riconosciuto le sue presenze nella nazionale olimpica, per gli extracomunitari è necessario che abbiano giocato almeno il 75 per cento delle gare della loro nazionale A, quindi non gli è stato concesso il permesso di lavoro. E questo è molto strano per il capitano di una nazionale che ha giocato una finale olimpica ed è tornata con una medaglia d’argento".

Intervista finita? Macchè. Branca cade sulla buccia di banana chiamata Adriano: "Il suo rinnovo? Non se ne parla, non è nella nostra politica. Il brasiliano non va in scadenza l'anno prossimo e sa benissimo che non abbiamo fretta...".

ecco alcune opinioni su questo articolo su interfans.org

il miglior commento ..... ?

siamo allo sbando

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Geniale !

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Mourinho, è soddisfatto dell'arrivo di Quaresma?

"Prima voglio dire che, quando sono arrivato all'Inter, ho chiesto al Presidente, a Marco (ndr.: Branca), a Oriali e alla società tre giocatori: Mancini, Quaresma e Lampard. La società mi ha dato Quaresma, Mancini e ha fatto di tutto, ma proprio di tutto, per Lampard. Quando Lampard ha cambiato idea, ho detto che la mia opzione era Muntari e la società mi ha dato Muntari. Quindi, ora che il lavoro sul mercato è concluso, devo ringraziare il Presidente e tutta la società, in particolare il lavoro di Marco e di Oriali, credo che loro devono e possono andare in vacanza (ndr.: ride). Adesso la responsabilità è mia e dei miei giocatori: dobbiamo fare bene. Sono molto fiducioso e contento per quello che ha fatto il Presidente per collaborare con le mie scelte. Sono assolutamente felice.

Come pensa di utilizzare Quaresma ?

Può giocare ala destra, ala sinistra, può giocare nel 4-4-2, può giocare nel 4-3-3, può giocare in panchina e in tribuna
(ndr.: Mourinho ride, Quaresma ride)".
.................
Riccardo, in questo gruppo, rappresenta un giocatore speciale, perchè è l'unico che ho chiesto di comprare nonostante abbia fatto gol a una mia squadra e questo è un vero miracolo. E tutti devono sapere che i giocatori che segnano contro di me non giocheranno mai per la mia squadra... " (ndr.: ride).

 

link inter.it conferenza stampa QUARESMA

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