Buona fortuna RAFA

MILANO - (ANSA) Questo il saluto di Rafael [FOTO Giovedì, 23 Dicembre 2010 14:20:08]Benitez al presidente Moratti, all'Inter, ai calciatori e ai tifosi dopo l'annuncio ufficiale della risoluzione consensuale del contratto. Un grazie al presidente per averlo scelto come allenatore.
"Voglio ringraziare tutti - sono le parole di Benitez raccolte dall'ANSA - per l'appoggio ricevuto durante la mia esperienza all'Inter, voglio ringraziare personalmente, e anche a nome dei miei collaboratori, i calciatori, i dipendenti del club e i tifosi che hanno avuto fiducia in noi. I due titoliconquistati sono stati il risultato dell'impegno di tutti quelli che sono stati al nostro fianco, mantenendo sempre come principi fondamentali la professionalità, l'educazione, il rispetto e la dedizione al club". "Di tutto ciò siamo molto orgogliosi - prosegue Benitez -. A prescindere dalla naturale tristezza che c'é quando si lascia un grande club come l'Inter, andiamo via portando con noi l'allegria del ricordo dei tifosi che ci hanno accolto dopo la vittoria del mondiale per club. È mio desiderio, inoltre, salutare i calciatori, lo staff e i collaboratori che, a causa del periodo di festività, non potrò salutare personalmente nei prossimi giorni. A tutti loro, così come al club e ai tifosi - conclude Benitez - auguro i massimi successi sportivi per il futuro. Infine, è doveroso da parte mia un ringraziamento al presidente Massimo Moratti per avermi scelto a suo tempo come allenatore dell'Inter".

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Una persona PERBENE. ENZO BEARZOT

 

E' morto a Milano Enzo Bearzot, ct campione del mondo dell'Italia nel 1982. Il "vecio", allenatore amatissimo, se n'è andato in silenzio, rarissime le sue interviste negli ultimi anni. Era nato nel settembre del '27, aveva dunque 83 anni. La sua foto con Pertini, e in mezzo la Coppa del Mondo, è sui libri di storia. E' stato un esempio di stile e compostezza, sia da calciatore che da allenatore.

GRAZIE ENZO

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[BEARZOT

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Ritorno in aereo dell'Italia campione del mondo di calcio 1982, partita a carte tra Bearzot, il presidente Pertini, Zoff e Causio (Ap)

Corriere della Sera

Corriere della Sera

http://www.inter.it/aas/squadra/player7?codgioc=G0047&L=it&lim=0

Noi VINCIAMO, gli altri CHIACCHIERANO !

 

Vediamo se ho capito bene :

VINCIAMO IL CAMPIONATO e va via MANCINI e tutti

fanno un sacco di chiacchiere, arriva MOURINHO e

vinciamo il CAMPIONATO e va via iBRAHIMOVIC e

tutti fanno un sacco di chiacchiere e noi VINCIAMO

CAMPIONATO
, COPPA ITALIA e CHAMPIONS e va

via MOURINHO
e tutti fanno un sacco di chiacchiere,

arriva BENITEZ e noi vinciamo SUPERCOPPA ITALIA

e MONDIALE PER CLUB
, adesso,

TUTTI FANNO UN SACCO DI CHIACCHIERE...

IL MONDO E’ NERAZZURRO !

Inter Campione del Mondo: tutti i record

MILANO - (a cura di Football Data)[FOTO Domenica, 19 Dicembre 2010 18:25:14]

L'Inter si laurea per la terza volta nella propria storia Campione del Mondo: dopo i successi del 1964 e 1965 in quella che si chiamava allora Coppa Intercontinentale, i nerazzurri vincono il Mondiale per club 2010, a chiusura di un anno che entra di diritto nella storia del club di corso Vittorio Emanuele. E il Mondiale per Club è arrivato a suon di record:

• I due 3-0 inflitti a Ilhwa Chunma Seongnam e Tp Mazembe eguagliano le massime vittorie di un club italiano in questa manifestazione: in precedenza ci era riuscito la stessa Inter (3-0 sull'Independiente l'8 settembre 1965) ed il Milan (3-0 contro l'Estudiantes l'8 ottobre 1969 e contro l'Olimpia Asuncion il 9 dicembre 1990), ma tutte nella vecchia Coppa Intercontinentale. Nel Mondiale per Club è record assoluto per una nostra rappresentante, che supera il 4-2 del Milan sul Boca Juniors nella finale 2007.

• Il 3-0 inflitto ieri sera al Mazembe nella finalissima diventa la finale vinta con il maggior scarto nell'odierno Mondiale per Club che batte, anche in questo caso il 4-2 milanista sul Boca Juniors del 16 dicembre 2007.

• L'Inter si laurea Campione del Mondo con il miglior attacco di sempre nella formula odierna del Mondiale per Club: solo il Manchester Utd. nel 2008 aveva fatto altrettanto bene, segnando 5 gol ai giapponesi del Gamba Osaka in semifinale e 1 al Ldu Quito nella finalissima. Sei reti le aveva segnate anche il Corinthians nel 2000, ma con una formula diversa che vide i brasiliani disputare 4 partite, finale inclusa, non soltanto due come le formazioni di Ferguson e Benitez.

• Tra le tre squadre che hanno segnato 6 reti nel Mondiale per Club - Inter, Corinthians e Manchester Utd. - solo i nerazzurri hanno mandato in gol 6 giocatori diversi: Biabiany, Eto'o, Milito, Pandev, Stankovic e Zanetti. Il Corinthians segnò 2 delle sue 6 reti con Edilson, il Manchester Utd. ne segnò 3 su 6 con Rooney.

• L'Inter è la prima squadra ad aggiudicarsi il moderno Mondiale per Club senza aver subito alcuna rete nei 180' disputati per vincere il titolo iridato.

Ufficio Stampa INTER.IT

http://www.inter.it/aas/news/reader?N=50740&L=it

Uniti si vince



STANKOVIC, ZANETTI, MILITO
un tris che vuol dire finale , un gol per reparto
partenza con il tormentone infortunati, stop per Sneijder dopo 1 minuto. Dobbiamo dire grazie a Stankovic , che con tutta la sua voglia e grinta ci porta sull'uno a zero e mette la partita in discesa.
Poi splendido assist di Milito con gol del Capitano, un paio di parate del rientrante Julio Cesar ed infine il gol di Milito che mette fine definitivamente alla partita. Finalmente si e' rivista una buona compattezza di squadra, ora ci attende la finale !

gli HIGHLIGHTS della partita

Quanti SOLDI dal MONDIALE

FIFA CLUB WORLD CUP UAE 2010

Direttamente da Marcel Vulpis di Sky Sport 24, sono arrivate le cifre di questo Mondiale per Club al quale l’Inter si accinge a partecipare come componente europea. Il primo premio, assegnato al vincitore, arriva addirittura a 5 milioni di euro, a scalare gli altri (4,5 e così via) fino ad arrivare ai 500.000 euro già assegnati al primo club eliminato, che dunque non ha dovuto nemmeno vincere una partita per ‘incassare’. Ma attenzione: l’Inter, in caso di vittoria, trarrebbe altri profitti importanti dagli sponsor principali ma anche sul proprio marchio, che, come spiega Vulpis, “crescerebbe di valore e renderebbe la data del 18 dicembre non statica ma dinamica nel corso economico degli anni per l’Inter”.

Fonte: tuttomercatoweb.com

Animo sereno e sguardo al futuro

Niente dai, è così e basta. Scurdammoce 'o passato e cerchiamo di rimettere in piedi qualche lungodegente: per un mese e due giorni non giuocheremo più in campionato e forse è meglio così, visto che nelle ultime 10 partite ne abbiamo vinte 3, e nelle ultime 6 abbiamo fatto 5 punti. Niente, è così e basta, da commentare c'è poco: viva l'Inter.

Il conto con la sfiga si allunga. Comincio a pensare che dopo una tripletta ci sia qualcosa da scontare a prescindere. La Lazio ha meritato, ma ha segnato anche un gol di milza, mentre a noi non ne va bene una: la parata casuale di Muslera sul gol del 2-2 dice molte cose se gli altri, appunto, nella stessa fottuta partita sono andati in vantaggio di milza. Ma non c'è molto da discutere su cose oggettive. Solo un po' di esoterismo: una bottarella di culo, ogni tanto, potrebbe anche aiutare. Gli altri tirano e segnano, noi no. Del resto, è così e basta, lo abbiamo capito, occhei.

Facciamo questa trasferta a Budabi, allora, e proviamoci. Magari è la stura per un'Inter diversa: più al completo, più convinta, più incazzata. Tra recuperi e cose varie giocheremo cento-centodieci partite di campionato prima di ricominciare con la Champions, quindi l'appuntamento è il giorno della Befana: si consigliano occhi di tigre per riprenderci una dimensione più consona. Ora raggranelliamo le forze, sguainiamo i coglioni, massaggiamo i bicipiti femorali e andiamo a fare il Friendship Trophy credendoci: è il minimo, ragazzi, quindi animo.

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PREPARIAMOCI

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Prepariamoci - ormai è chiaro - a una stagione molto diversa dalle ultime. Se Milito si infortuna per la terza volta e intanto si stira anche un ragazzino come Obi, non so francamente quando ci tireremo fuori da questo tunnel tipo Penelope, che ne torna uno ma ne esce un altro, rientrano due ma altri due hanno la ricaduta. Oltre alle sfighe accessorie, naturalmente (Motta, Samuel, Materazzi). Quando rivedremo una squadra che per undici undicesimi viaggia alla stessa velocità? Boh. Questa caducità si traduce in partite come quelle che abbiamo visto nelle ultime settimane, e soprattutto in quella di stasera, in cui giochi più di mezz'ora con un uomo in più e non fai un'azione da gol che è una, e tutto quello che produci sono settecento cross in mezzo dove non hai colpitori di testa, o quattrocento tiri da 25/30 metri che statisticamente ne entra uno ogni tot. Non possiamo sempre augurarci che le altre - che siano Brescia, Lecce o Milan - non difendano. Il problema è che noi abbiamo oggi in attacco un'unica soluzione extra-lusso (Eto'o) e le altre - che siano Brescia, Lecce o Milan - prendono le loro ovvie contromisure, approfittando del fatto che intorno a Eto'o c'è poco o nulla e  oggi sprigioniamo - noi, sì, quelli del Triplete - un'inconsueta aura di impotenza.

Benitez è disperato. E' stato finora oggettivamente sfortunato, e nel contempo dà l'impressione di non sapere più come muovere le pedine (ne ha sempre meno, peraltro). E sentire un allenatore dell'Inter parlare del mercato di gennaio come dell'unica vera prospettiva, beh, ci ricaccia indietro di qualche anno. Non eravamo più abituati a questo clima, ecco, nè noi nè loro. L'Inter aspetta il mercato di gennaio come Brescia o il Lecce.

Comunque mancano centoventi giornate alla fine del campionato. Il Milan mi è piaciuto come il Brescia e il Lecce: gran difesa e belle ripartenze. Certo, con alcune differenze: il Milan ha Ibra e Robinho, il Brescia  ha Panagiotis Kone e il Lecce ha Grazia Di Michele, e questo spiega la scala dei valori. Ma non vedo nemmeno in questo Milan una squadra schiacciasassi, nè la vedo altrove. Un'Inter appena decente se la gioca con il piede sinistro. Ma non è, oggi, appena decente.

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FILOSOFIA jUVENTUS

 

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La vicenda della squalifica di Krasic è illuminante di com'è l'Italia e di come sono gli italiani oggi. Il tasso di paraculaggine è talmente elevato da diventare insopportabile. Se n'era avuto un antipasto con la triste vicenda dell'intercettazione di Facchetti, in cui anche un sordo sentiva che la parola "Collina" la diceva Bergamo  interrompendo Giacinto e invece no, la doveva dire Facchetti, punto. E la storia del rigore simulato e della conseguente squalifica di Krasic è uguale. Un'azione saliente del campionato italiano di serie A - anche questo è un triste segno dei tempi - è uno degli eventi più indagati e videoregistrati del mondo: se un attaccante entra in area e prende un rigore ci sono settecento telecamere che lo inquadrano in quel preciso momento e sono in grado di dire praticamente tutto, anche se negli slip l'uccello è orientato a destra e sinistra. Eppure no, secondo i nostri amici juventini tutti noi dovremmo avere visto un'altra cosa, e comunque - anche se quella cosa l'abbiamo vista bene, noi e loro - quella cosa non va interpretata così ma cosà.

Partiamo dai fatti oggettivi. 1) Nonostante ingradimenti, scansioni e cazzi vari è evidente che Krasic si è buttato. 2) In questi casi, grazie alla  prova tv, si prevede una pena minima di due giornate. Non è un'invenzione, ma una semplice casistica. Fu squalificato per due giornate Adriano perchè cercò il contatto con il portiere della Roma; fu squalificato per due giornate Zalayeta quando nel Napoli finse di essere stato abbattuto da Buffon e invece era in volo come Superman; fu squalificato per tre giornate Iliev del Messina quando fece una cosa del tutto simile a quella di Krasic in una partita con l'Ascoli, con l'aggravante che poi esultò come un ossesso.

Ci siamo?

Veniamo ora ai messaggi che in questi giorni ha voluto far passare la dirigenza della Juve.

1) Krasic è normalmente un giocatore corretto e si prende un sacco di falli, quindi la punizione è eccessiva. Certo, anche lo zio Michele non aveva mai strangolato prima nessuna nipote. E nemmeno quel poveraccio di Milano non aveva mai tirato piccoli duomi in faccia ad alcun premier. Epperò - che Stato dispotico! - sono in galera o nel manicomio criminale.

2) Krasic è stato vittima di eccessiva pressione mediatica. Uh, il concetto di pressione mediatica va molto di moda. Vorrei dire ai dirigenti della Juve che se un attaccante della Juve si butta in area per farsi dare un rigore contro il derelitto Bologna, ecco, forse un po' di pressione mediatica bisogna anche aspettarsela. E poi, signori: vogliamo parlare del danno abnorme che ne sarebbe derivato al Bologna se Jahqueentah avesse segnato quel rigore inventato? Ma nessuno si vergogna a questo cazzo di mondo?

3) C'è un tariffario per le simulazioni. No, signori: ci sono delle norme. D'accordo, questa cosa è insopportabile, però va accettata. A Krasic è stata applicata la pena minima, come in quesi tutti i casi finora.

4) Krasic va tutelato, ha preferito la Serie A alla Premier League e gliene va datto atto. Io una volta ho preferito Quattro salti in padella a un panino con la bresaola, però la Findus non mi ha dato atto di una sega di niente.

5) La norma va cambiata, è fortemente iniqua. Sì, certo. L'avesse fatto Di Vaio il tuffo, per dire, questa nobile levata di scudi la volevo proprio vedere. Gente ridicola.

6) Il movimento di Portanova ha spaventato Krasic. E allora portatelo a Gardaland ad allenarsi dentro Inferis, il labirinto del terrore, novità 2010.

In definitiva: visto che è tutto scritto ed è tutto più che evidente, è troppo pretendere che si prenda e si porti a casa? E' troppo pretendere che non si vada oltre alle lamentele e alle proteste, sconfinando in un grottesco - tristissimo - cabaret? Purtroppo è tutto vero. Le frasi dei dirigenti juventini sono vere, ho solo fatto copincolla. E' questo che mi spaventa. Questa è l'Italia, questi sono loro, questi siamo noi.

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(nella foto: eccomi fotografato poco fa in piazza della Vittoria a Pavia. Vedete un'altra cosa? Naaaaa, ci dev'essere un errore.  Dai, cazzo! Non mi vorrete dire che siete anche voi vittime di pressione mediatica? Guardate bene. Il Duomo e il Broletto sullo sfondo, gli occhiali, la maglia dell'Inter...

STATISTICHE

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MILANO - (dati Football Data) Per il quinto campionato consecutivo l'Inter parte con 7 punti nelle prime 3 giornate, ma solo nel 2008/09 questo punteggio valeva per i nerazzurri il primato in classifica, come oggi. Due anni fa l'Inter comandava a braccetto con la Juventus. Nel 2006/07 i 7 punti interisti valevano il secondo posto alla pari del Messina (-2 dalla capolista Palermo), nel 2007/08 l'Inter era seconda sola (-2 dalla battistrada Roma), l'anno scorso era quarta con la Fiorentina (-2 dal trio di testa Genoa, Juventus e Sampdoria).

MILANO - (dati Football Data) Con la doppietta al 'Barbera' Samuel Eto'o sale a 6 reti in gare ufficiali con la maglia dell'Inter in questo avvio di stagione 2010/11 dopo la doppietta in supercoppa di lega contro la Roma e le reti contro Udinese (in campionato) e Twente (Champions League). Al di là del valore della doppietta, che ha permesso all'Inter di vincere sul campo di Palermo, imbattuto dal 1 marzo 2009, quando vinse 4-0 il Catania di Zenga e che porta il Palermo e Sirigu come bersagli preferiti in Italia dalla punta africana (4 reti ai rosanero ed al suo portiere), il camerunense è da stasera il bomber principe del calcio italiano in questo avvio di stagione tra serie A e serie B. Eto'o conferma la sua grande decisività (15 reti su 22 determinanti in nerazzurro, pari al 68,2%).

PAVIA - (dati Settore) Da cento anni Juventus e Milan mi stanno sui coglioni.

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MONTE INGAGGI INTER …

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TOTALE MONTE INGAGGI 121 milioni di € (in costante discesa)

 

Samuel Eto’o  8 milioni
(l’anno scorso ha fatto 2 ruoli, quest’anno ne vuole fare 3 …)

Julio Cesar e Diego Milito 4.5 milioni
 
(i più forti al mondo nei loro ruoli)

Cambiasso e Sneijder 4 milioni
 
(due autentici sogni)

Maicon 3.8 milioni
 
(il migliore al mondo nel suo ruolo vorrebbe raggiungere Julio e Diego)

Samuel 3.6 milioni
 
(un bell’ingaggio, lo sa e da il massimo senza fiatare)

Chivu, Mancini e Stankovic 3.5 milioni
 
(ce né uno di troppo … )

Suazo 3.2 milioni
 
(purtroppo ormai è da considerare un errore)

Motta, Lucio e Pandev 3 milioni
 
(ingaggi nella media generale)

Cordoba e Zanetti  2.5 milioni
 (due esempi in tutto)

Muntari 2 milioni
 
(il suo ingaggio giustifica l’interesse per lui da parte di altri club)

Materazzi  1.50 milioni
 (ingaggio in discesa)

Castellazzi, Santon e Rivas  1 milione
 (un ingaggio da riserva, uno destinato ad aumentare e il terzo si poteva evitare …)

Biabiany e Mariga  800.000  €
(scommettiamo che raddoppieranno e triplicheranno presto ?)

Coutinho 500.000 €
(potrebbe aumentare parecchio, fino ad un zero in più nei prossimi 5-6 anni)

Orlandoni 200.000 €
 (è il terzo portiere e la sua nazionalità serve in Champions …)

 

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si dovrebbe risparmiare quasi 8 milioni dai giocatori non utili e utilizzarli tra aumenti e nuovi ingaggi …

COSE FINTE

CHE SAGOME

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Questa foto rappresenta l'Italia molto più di quanto non rappresenti già Trieste, dove è stata in effetti scattata. Per Triestina-Pescara c'erano meno di 4mila spettatori e lo stadio, il Nereo Rocco, ne tiene 30mila. E quindi il presidente della Triestina, di fronte a due fatti oggettivi - 1) a vedere la squadra ci vanno quattro gatti, 2) gestire lo stadio costa una cifra -, ha deciso di chiudere la tribuna opposta a quella centrale, dimezzando la capienza dello stadio e le relative spese (pare che il risparmio sia di 100mila euri l'anno). Per creare un effetto stadio e riempire il vuoto desolante di una tribuna da 15mila posti deserta, ha fatto mettere sul primo anello degli spettatori finti. Le foto vengono meglio

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ma l'iniziativa ha un retrogusto triste. Dove non si arriva con il vero ormai ci si aggiusta con il virtuale, oppure con il fasullo. L'Italia è un Nereo Rocco a forma di stivale e la trovo una deriva inarrestabile. Ho visto su Sportweek le foto di una Ventura sfigurata dal lifting che negherà di avere fatto. Tre squadre - in ordine di apparizione Milan, Juventus e Roma - in virtù di un affare da concludere e di un asset da sistemare hanno trasformato nel giro di un pomeriggio Borriello da attaccante normale a uomo decisivo dei destini del calcio, forse non solo italiano. Lo stesso Borriello dice di rileggere tutti i giorni l'sms di De Rossi, "Annamo a vince", e che ogni volta gli vengono i brividi, come se leggesse Tolstoj o Philip Roth. Da non mi ricordo quanti mesi gli uomini che governano l'Italia dicono che il voto è inevitabile e non si può andare avanti così, ma nessuno prende la decisione come se stessero giocando a bandiera. Neanche Fini: che da un lato dichiara morto il Pdl e dall'altro manda il suo cartonato a dire che in fondo, volendo, ma proprio volendo, ci si può mettere d'accordo. Da un mese due giornali titolano a nove colonne su una faccenda penalmente irrilevante, dimenticando quelle rilevantissime del proprio padrone o ispiratore.

L'Italia è come lo stadio di Trieste. C'è uno scarso afflusso, le spese sono alte ed è pieno di gente finta.


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La SUPERCOPPA

SEMO TUTTI LUPACCHIOTTI di settore.myblog.it

Chi ben comincia è a un terzo dell'opera. Per il resto, nella sostanziale incommentabilità di una partita giuocata il 21 agosto, diciamo che queste sfide con la Roma hanno un po' rotto il cazzo. Verrebbe da dire: com'è che non ce li leviamo più dai coglioni? In realtà, a un'analisi più approfondita, le reiterate finali tra Inter e Roma conservano un grande pregio simbolico: sono il segnale più evidente, e terribilmente realistico, dell'esclusione di Juve e Milan dal calcio che conta ormai da qualche anno. E quindi viva la Roma, che di solito ci porta bene, tipo stasera. Il nostro secondo gol è stato bellissimo e mi ha ricondotto da certi brividucci di pura soddisfazione dell'ultima stagione. Ma anche il primo è stato molto bello, portando con sè l'immagine del singolo gesto più splendente della serata. Tre cose ti dicono quando inizi a giocare a pallone. Uno: a meno che tu non sia il portiere, non prendere la palla con le mani. Due: l'obiettivo è mettere la palla medesima nella rete degli avversari (dicesi: gol). Tre: farai le peggio stronzate, amico mio, perché errare è umano, ma ti prego, fallo per me, evita di crossare nella tua area affollata di avversari, giura che non lo farai mai.

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Nasce InterTv sul digitale terrestre

 

LA VOCE DEI TIFOSI INTERISTI

IN CHIARO SUL DIGITALE TERRESTRE

InterTv: una televisione dedicata ai tifosi interisti

Con l'avvento del digitale terrestre l'emittente Primarete Lombardia, che opera a Cremona da oltre venti anni, ha deciso di affiancare alla programmazione classica dei suoi canali generalisti una nuova programmazione tematica innovativa. In questa fascia troverà posto il canale sportivo dedicato a F.C.Internazionale : INTER TV !
La scelta di dedicare un canale privilegiato alla squadra milanese nasce dall'apertura della nuova sede del notiziario di Milano e dalla voglia di sostenere una squadra che è sempre al centro dell'attenzione dei media sia per motivi sportivi che per semplice curiosità.
Nella programmazione, dal 11 Settembre 2010, troveranno spazio talkshow, notiziari e commenti sul calcio in generale e in particolare su tutto quanto concerne l'Inter.
La gestione del canale è affidata a personale di fede nerazzurra sia che si tratti di tecnici di operatori o di commentatori, per meglio interagire col pubblico e poter realizzare un prodotto veramente genuino, sentito dal profondo.

DIFFUSIONE

INTER TV parte nel bouquet digitale di Primarete Lombardia che copre tutta la regione e le città di Milano, Piacenza e Alessandria. Sarà poi accessibile nelle regioni che riporteranno il segnale di Primarete e in tutto il mondo, anche tramite Internet,
nella web tv di intertv.it

PALINSESTO
INTER TV offre una giornata dai ritmi scattanti, dettati dal susseguirsi di notizie d'attualità e dai relativi commenti. Il microfono aperto a portata dei tifosi si accende fin dal mattino nel "Buongiorno Nerazzurri !", prosegue col talk-show pomeridiano "Inter-Agire" e si conclude in prima serata con "Cuore Nerazzurro". Questi programmi, caratterizzati dalla presenza di ospiti in studio e collegamenti coi tifosi, sono intervallati dal "TG Sport", che propone gli aggiornamenti e ole notizie sportive più generali e dalle pillole del "Faccia a faccia" in cui si parla con gli interisti dei settori più disparati : tifosi eccellenti, giocatori, dirigenti, etc...
Nelle numerose giornate di calcio giocato arriva "Forza Ragazzi!" in collegamento dai campi per commentare in diretta i momenti più importanti del gioco.

Fonte: InterTv

Lo Staff principale …

 
     

Per memorizzare in anticipo il canale di InterTV, basta
risintonizzare (in automatico) il vostro decoder,
fra le 00.30 e le 06.00 del mattino....
i programmi completi partiranno però da settembre !

http://www.intertv.it/

http://intertv-italia.blogspot.com/

http://www.facebook.com/pages/InterTv/125704414113647

Rafael Benitez

BIENVENIDO

In questo nirvana post-triplete ("allenatore? quale allenatore?"), la questione della nostra panchina assumeva più che altro un rilievo burocratico. Era un po' come se la Coca Cola o la Microsoft fossero senza amministratore delegato dal 23 maggio e non se ne sapesse più un cazzo. Nel frattempo, miliardi di lattine e milioni di pacchetti Windows

(alla parola "pacchetti" un brivido mi percorre sempre il corpo, e mi sento circondato da hostess che mi chiedono copia conforme del bonifico o mi negano il biglietto con scuse puerili)

sono stati regolarmente venduti, ma quella poltrona vuota, come dire, poteva risultare inquietante. Gli effetti pratici erano di fatto nulli. Più che altro, ti sembrava strano. Qualche giorno fa un giornale aveva pubblicato la tabella con gli allenatori della serie A 2010/2011 e l'unica casella bianca (con punto interrogativo) era la nostra, scudettati, coppati, triplettati: ecco, faceva abbastanza impressione in effetti. Oggi speriamo che mettano quest'ultima controfirma e bòn, avremo il nostro allenatore e potremo andarcene in santa pace a Gabicce.

("siamo più o meno d'accordo", "abbiamo quasi finito", "manca solo una controfirma", "abbiamo sistemato alcune cose, ma non erano importanti": ecco, poi mi chiedono perché adoro l'Inter)

Quanto alla mai definita questione se questo allenatore vada bene per l'Inter o sia il migliore possibile per l'Inter eccetera eccetera, faccio copincolla delle mie opionioni dal 23 maggio in poi: uno come Mourinho (o più precisamente: uno che fa o farà le stesse cose di Mourinho) non lo troveremo mai più. E non è un problema di accontentarsi o meno: sarà comunque una persona diversa, che ci darà cose diverse. Il nostro è un caso limite. Veniamo da una stagione clamorosa, densa di avvenimenti e di polemiche da far paura. Che molto probabilmente rimarrà, essa stessa, irripetibile. Quindi non pretendiamo che tutto si ripeta, nè che in panca si sieda un nuovo Mourinho solo un po' più grasso. Nulla sarà come prima. E noi, che è un po' come se avessimo trombato una stagione con Charlize Theron, adesso dobbiamo semplicemente tornare con i piedi per terra. Charlize si è trasferita, il suo banco è vuoto e noi l'abbiamo salutata con enorme rimpianto, rimanendo abbracciati al cuscino nelle nostre camerette semibuie.

("Non è possibile dividere/La vita di noi due/Ti prego aspettami amore mio/Ma illuderti non so")

(sniff)

C'è solo l'Inter, ragazzi. Si riparte con Benitez. Magari non nuoverà le folle, ma oggettivamente non è un pirla. E noi oggi siamo un po' come la Coca Cola o la Microsoft. Il prodotto c'è, ci serve uno che amministri, ottimizzi, regga il timone. Anche grazie al Mou

(sniff)

sono passati i tempi in cui sognavamo in grande e poi vendevamo le pentole sul pullman. Oggi siamo quelli del Triplete e i problemi ce li hanno gli altri. Cioè, voglio dire: vorreste essere tifosi di quella società che compra solo ultatrentenni? O di quell'altra odiosa società che tratta solo nazionali scarsi? Viva l'Inter, viva Benitez, viva Charlize Theron, viva (sniff), viva miss Padania, abbasso il ministro Calderoli che con un lobo del cervello  governativo accusa l'Inter di vincere gli scudetti grazie agli sgravi fiscali per petrolieri e con l'altro toglie le agevolazioni a 35mila persone affette dalla sindrome di Down. Noi siamo diversi.

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COPIONI DI CORI ahahahah

 

riporto la notizia che da
http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=20146

in cui si segnala che il quotidiano spagnolo Marca ha proposto, nella sua edizione odierna, uno spartito con il coro della nostra Curva Nord per MOURINHO .

e mi viene solo un commento da fare …

CARO MOURINHO se i tuoi nuovi tifosi non sanno neanche inventarsi un coro per te , beh allora
CI RIMPIANGERAI e di brutto anche.

ahahhahahahaha

tante care cose JOSE’ ……………..

l'opinione di un tifoso

 

ecco un OPINIONE CHE NOI DI TUTTOINTER.com condividiamo al 100%

Ciao a tutti CAMPIONI D'ITALIA CAMPIONI D'EUROPA E CAMPIONI DI TUTTO..;-)...
volevo esprimere il mio pensiero... volevo innanzitutto ringraziare i Ragazzi per le meravigliosa stagione, non solo loro ma anche Mou e tutto lo staff perchè ricordiamoci che hanno vinto tutti e anche noi... e poi volevo dire che dobbiamo smetterla... di rovinarci il fegato nel commentare ogni cosa che esce sui giornali sul mercato... secondo i giornali vanno via tutti,basta dargli retta... noi ora dobbiamo gioire di questa stagione... siamo entrati nella storia... non è mai successo per una squadra italiana e noi pensiamo al mercato???!!!... non ci sto Ragazzi lo fanno a posta e noi gli andiamo dietro... è quello che vogliono loro... già dopo la partita non si parlava più della nostra vittoria... quindi basta!!! godiamoci questi momenti e aspettiamo solo le ufficialità,le vere presentazioni... non voci o articoli inutili di giornale !!!
un saluto a tutti!!!FORZA INTER!!!
Alessio Ricci http://www.facebook.com/alezanetti4

IL RUMORE DEI NEMICI

settore.myblog.it

IL FALSO PROBLEMA

Il rumore dei nemici. Aveva ragione il Mou sul rumore dei nemici. Me ne accorgo adesso che regna un silenzio di tomba, fantastico, come quando ci si alza presto in campagna e senti solo il cip cip cip e un alito di vento. Ecco: sei in campagna, estate, otto di mattina, ti prendi un bel caffè, il giornale appoggiato sul tavolo, un alito di vento, quell'irresistibile fruscio delle pagine voltate. E' il rumore - chiamiamolo così - che riempie le nostre giornate da domenica. Dal risveglio di domenica, ammesso che quella notte si sia dormito.

L'addio del Mou (e magari l'eventuale addio di qualcun altro) io lo ambiento così. Il vento gira la nostra pagina e intorno c'è una pace totale. Il rumore è diventato un fruscio, al limite avverti un rosicare che ti concilia la pennica, zzzzzzz. Piacevole. Ti senti gli occhi addosso e vedi che qualcuno prova a risfoderare il solito sorrisino assistendo allo spettacolo del tuo allenatore che se ne va un minuto dopo il trionfo. E allora? L'addio del Mou puoi interpretarlo come il padre di tutti i problemi, oppure come un falso problema. Si intuiva da mesi che sarebbe potuta andare così. Se ne va, in effetti, dopo avere vinto tutto in due anni e dopo averci fatto vincere una sequenza di cose che in Italia non era mai riuscita a nessuno nella storia del giuoco calcio, tra cui una Coppa che attendevamo da 45 anni.

Può andare, quindi. Anzi, forse deve. Poniamoci nella sua ottica egotica di ambizioni e orizzonti professionali: la prossima stagione poteva andare solo peggio (a parte la sequela di coppette che ci giocheremo tra agosto e dicembre), e quindi perchè rimanere a farsi frantumare i coglioni un anno ancora in questo paese che non ama il calcio? Non possiamo che ringraziarlo: la nostra storia è piastrellata da mezze figure che sono venute qui, si sono sistemate il conto in banca e non ci hanno risolto una cippa. A lui dobbiamo innalzare un monumento nell'attesa - sgradevole e affascinante - di ritrovarcelo prima o poi sulla nostra strada. Del resto ci ha riportato lui ai piani alti, ci ha reinsegnato a pensare in grande. E' questa l'eredità, tutta mentale, che ci lascia (mentre, non dimentichiamolo, fino a un mese fa mezza Italia era pronta a dichiarare che era un bluff, un ciarlatano, un imbonitore).

E' tutto un falso problema. Non è un problema che se ne vada: lo fa a missione compiuta. Non è un problema che se ne vada/2: mai tenere nessuno controvoglia o contro-motivazioni (vedi il buon Ibra, che voleva vincere la Champions) (sospiro). Non è un problema chi arriva. O meglio, certo che lo è: ma siccome non ce n'è un altro come il Mou, è inutile star qui a fare paragoni o congetture. Possiamo al limite sperare che sia operata una scelta giusta e degna di una squadra che sta guardando il mondo dall'alto. E io dico che ci dobbiamo fidare: siamo quelli del Triplete e questa società ha cambiato passo da un pezzo, anche prima di questo meraviglioso mese di maggio. Nulla è successo a caso, e mi piace pensare che continueremo su questa linea. Infatti sentite che silenzio che c'è.

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LA STORIA RICOMINCIA

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Non so se vi siete accorti che la Storia è cambiata. Sì, certo, forse un giorno eguaglieranno quello che l'Inter ha fatto nel corso di questo meraviglioso e pazzesco mese di maggio. Prego, accomodatevi: provateci. Lo sport è questo: provarci, mettercela tutta e - ogni tanto - farcela. Avanti il prossimo.  L'Inter ieri sera c'è riuscita per prima e possiamo dirlo con orgoglio. L'orgoglio con cui un giorno ne racconteremo, tutto lo stesso dannato orgoglio che ci abbiamo messo in questi decenni, anche quando le cose andavano male, aspettando giorni migliori che alla fine sono arrivati.

Ecco, appunto: abbiamo aspettato. Abbiamo aspettato tanto. E per questo possiamo dire che tutto questo non solo è meritato, ma è anche degno di quel mondo di passioni, attese e sentimenti che ci abbiamo messo tutti, uno per uno, da quel giorno in cui abbiamo deciso (o hanno deciso per noi, fortunelli) che quelli sarebbero stati i nostri colori. E' capitata una cosa che non era capitata mai, ed è capitata a noi: è come se la Banca mondiale del Risarcimento morale avesse deciso che il 22 maggio era il caso di sistemare un po' di cosette e deliberare la nostra piccola apoteosi.

Ieri sera,  in pieno stordimento, a un certo punto mi sono chiesto dove fossi seduto. Non era quello il mio "vero" posto al Bernabeu, non era il posto del mio biglietto: poi la voglio raccontare bene 'sta cosa. Comunque guardo il seggiolino, conto la fila, e nello stesso istante il Gratta mi guarda e dice: "Ora devi cambiare nome". E sì, era proprio quello il punto. Avevo un nuovo seggiolino da celebrare, un seggiolino catartico, che ha fatto piazza pulita di tutto il resto, il padre di tutti i seggiolini. Perché la Storia era cambiata mentre ero lì, settore 425 del Bernabeu, così come era iniziata mentre ero là, settore 4c Montemario. Allora ho scritto un messaggio a Thadave, l'ho lasciato sul display, l'ho fatto leggere al Gratta, ci siamo abbracciati e l'ho mandato.

Ecco: non so se vi siete accorti che la Storia è cambiata. Ora tutti avremo qualcosa da dire sul nostro 22 maggio 2010: dove eravamo, con chi, a fare cosa. Avanti il prossimo, prego, tocca a voi: sinceramente - anche gobbi, cuginastri, kleenex-boy - vi auguro un maggio così, un 22 maggio così, perché è stato tutto bellissimo. Noi adesso possiamo continuare la nostra Storia, in un certo senso ricominciandola. Chissà quando ci ricapiterà una cosa così. Un anno, dieci, cento, mille, boh? Intanto ci è capitata, anche perché abbiamo saputo aspettarla. E adesso avanti, con la stessa passione, la stessa pazienza. Si ricomincia. Riposiamoci, godiamocela e sistemiamo le nostre cosucce. Come questo template, per esempio. Work in progress, come la nostra Seconda Storia. Spedite anche voi i vostri messaggi dal vostro Bernabeu personale: è iniziata un'altra cosa - non so cosa -, stamattina ci siamo svegliati diversi.

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QUESTIONE DI FEELING

 

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Forse Mourinho l'Italia non se la immaginava proprio così. Così complicata, dico. Così incarognita, stracciamaroni, disonesta. L'Italia del calcio, che poi è lo specchio dell'Italia generale. Forse da fuori ci vedono un po' diversi: pizza, mandolino, mafia, fantasia, passione, i soliti clichè. E invece siamo altro. Facciamo i simpatici e appena giri l'angolo tiè. Per non dire di quando entriamo da dietro alla Totti e facciamo i falli da frustrazione tipici della gente frustrata, o entriamo in tackle scivolando sulla bava che ci è appena caduta dalla bocca.

Mourinho ha fatto il Mourinho anche qui da noi. Il problema - suo, e anche nostro - è che dichiarazione dopo dichiarazione si è accorto che gli era cambiato il panorama attorno, che la gente sorrideva sempre meno, che i suoi petardi diventavano bombe atomiche e che a un certo punto non poteva più recedere dalla sua personalissima sfida contro un modo di pensare che non è il suo e che, accidenti, sarebbe bello non fosse nemmeno il nostro.

Io mi ero portato avanti. Mi ero rassegnato al suo addio già durante lo scorso autunno, quando lui girava con il broncio e i capelli incolti. E nell'header del blog non ho mai rimpiazzato la frase che secondo me più di tutte - e ne ha dette migliaia - lo rappresenta: "Voi italiani non amate il calcio". Ha ragione, e il punto è proprio questo. Non amiamo il calcio, ma il suo contorno. Perdiamo troppo poco tempo a bearci dei gesti e delle prestazioni, perché non vediamo l'ora di tuffarci nelle dietrologie e nelle discussioni da bar, fieri di spararla ogni volta più grossa, attenti a dimostrare le nostre peggiori inclinazioni, scientifici nel prostituirci intellettualmente. L'Italia non ama il calcio, Mourihno ama il calcio, Mourinho non ama l'Italia. Non so se sia socratico, ma il sillogismo è questo.

Mourinho se ne va perché è l'unico modo di poter dire: vaffanculo, ho vinto io. Se ne va all'apice per non doversene andare in fase discendente. Se ne va perché ha compiuto un'impresa alla quale - andandosene lui, appunto - sarà impossibile replicare. Se ne va dando una lezione al popolo che vive di calcio e non lo ama. Se ne va essendo arrivato e avendo vinto (quasi) tutto.

Lo scorso anno ha vinto nel modo più semplice, prendendosi l'onda di Mancini e affidandosi all'annata-monstre di Ibra. Quest'anno no, quest'anno ha vinto davvero. Un campionato terribile, contro tutto e contro tutti, senza aiutini, senza corsie preferenziali. Anzi, dovendo soffrire di quelle altrui, dovendo parare colpi su colpi, parlare e stare zitto. E poi una Coppa Italia che intralciava ma andava giocata e magari anche sudata, con quell'epilogo fortemente simbolico a Roma, nella serata che forse gli è piaciuta di meno perchè proprio lì, tra un calcione e l'altro, tra una puncicata e un negro di merda, si è visto quanto l'Italia ama il calcio, e come, e perchè.

Poi ha riportato l'Inter in finale di Coppa dei Campioni 38 anni dopo, rivoltandola come un guanto sotto il profilo dell'autorevolezza e dei controcoglioni, in un percorso che sembrava fatto apposta per inchiappettare lui e noi: il gironcino più difficile, il Chelsea agli ottavi, il Barça in semifinale (affrontato quattro volte in sei mesi). Se ne va avendo fatto tutto questo e non potendo fare di più. Tranne una cosuccia, ovvio.

Sabato sarà la sua ultima partita e spero che tutti - lui, la società, la squadra -, anche al termine manifesto di un percorso così esaltante e passionale, colgano ancora la differenza che c'è tra il vincerla e il non vincerla. Mourinho se ne andrà comunque da trionfatore (sostanziale e morale, moralissimo). Ma l'epilogo di questa stagione deve essere come gli altri capitoli. Annunciando che se ne sarebbe andato con largo anticipo, Mancini gettò la squadra nello psicodramma per due mesi. Annunciando al mondo che non vede l'ora di lasciare questo Paese del menga, Mourinho deve solo trovare il modo di tenere alta per un paio d'ore ancora la tensione. Dopodichè, vada come vada (sarà una partita di calcio internazionale, non italiana), lo saluteremo come uno dei più grandi mai visti da queste parti. Mi fido di lui e mi fido di loro, lo squadrone che ci ha fatto vivere la primavera più incredibile che potessimo immaginarci. E quindi faccio clic su invio, nella pagina del bonifico ordinario.

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INDIMENTICABILI !!!

 

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Beh, che dire? Cerchiamo di ricordarcelo bene, questo scudetto. Già tra un anno potrebbe essere una semplice riga lungo un albo d'oro, e per noi una semplice tacca della nostra gloriosa storia. Mentre sarebbe bene tramandarlo - almeno tra noi, che possiamo capire - come uno scudetto inimmaginaible perchè accidentato, sudato, complicato. Soprattutto, uno scudetto conquistato contro tutto e tutti. No, non è una tautologia. Non è solo il risultato logico di un torneo all'italiana, dove partecipano in venti ma vince uno solo. No, è stato uno scudetto che all'Inter è stato conteso in tutti i modi, e non solo - anzi, forse solo per una minima parte - dalle diciannove avversarie convenzionali. Chissà, l'anno prossimo potrebbe essere pure peggio. Ma intanto potremmo accontentarci di fissare questa misura al termine di una stagione in cui l'asticella è stata alzata di tanto così. Del resto tutte quelle lacrime versate a Siena - dall'apparentemente incorruttibile Mourinho in giù - sono state la prova di quanto sia stata difficile questa annata e di quanta pressione avversa ci fosse. Ci dispiace per gli altri, diciamo così. Il loro problema è che quest'Inter è fantastica, nel suo complesso e nei suoi singoli. Uno squadrone clamoroso che - come questo scudetto - sarebbe bene fissassimo nella memoria. Così come i volti di Moratti e di Mourinho, i solo sorrisi e i loro pianti, i loro compleanni e i loro traguardi. Fissiamoci tutto nella memoria, perchè così bene sarà difficile stare.

E il privilegio di vivere questa stagione che non finisce mai, insomma, dove vogliamo metterlo?  Lo capite quanto siamo fortunati? A piccoli passi, senza tregua, siamo arrivati al 17 maggio. La Coppa Italia conquistata in casa dell'altra finalista, uno scudetto che vale almeno doppio, e tra cinque giorni la finale di Coppa dei Campioni. A due terzi del cammino, a due titoli già i saccoccia, possiamo dire di non essere stati sognatori a chiedere tutto, a pretendere tutto. E' un'avventura meravigliosa e non è ancora finita. Grazie Campioni, ma non fermiamoci qua. C'è ancora un impegno da onorare. Questa cosa di pretendere, sognare, sbilanciarsi, fantasticare eccetera eccetera è frutto di una combinaziona rara. Noi ci siamo ancora in mezzo. E io sono ancora disposto ad ammazzarmi di birre a El Bocho, guardando ad libitum il rullo di Sky Sport 24, come rituale in cui svaporare le tensioni. Sono stravolto ma vorrei che non finisse mai. Ciondolo ma voglio arrivare al finish. Campioni, vamos a Madrid, e vada come vada. Una primavera così chissà quando ci ricapita.

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imprinting interista

1 (5)interistada interistiorg.org il consiglio di lettore McWater:
"Per un corretto imprinting del figlio io ho fatto così ed ha funzionato: giochiamo a pallone in salotto mentre mamma prepara cena. Io portiere e lui rigorista. A scelta può decidere di essere Borriello o Milito. Quando sceglie Borriello io paro sempre il suo tiro, anche a costo da sbattere il cranio sul parquet o di lussarmi l'anca. Quando sceglie di essere Milito mi faccio passare anche il tiro più loffio. Data l'innata tendenza dei bambini a non saper perdere, non ha esitato ad eleggere l'Inter come sua squadra e Milito suo calciatore preferito."

semplice ma efficace !

IPOCRITI e FAZIOSI !

 

FACCIAMO UN IPOTESI

ULTIMA giornata di campionato c’è juve-milan , con la juve ormai salva e con il milan in lotta con l’INTER per lo scudetto, una vittoria del milan (molto improbabile) vorrebbe dire scudetto ai danni dell’INTER …

DOMANDA: PER CHI FAREBBERO IL TIFO GLI JUVENTINI compreso quel “personaggino” di nome mughini ?

LA VERITA’ è che i tifosi laziali non hanno fatto il tifo per l’INTER ma contro la roma, cosa che hanno fatto anche nel 2002. L’unica differenza è che quell’anno l’INTER ha perso e questo ha reso felici tutti quelli che oggi gridano allo scandalo !

PROBABILMENTE chi critica il comportamento dei TIFOSI in Lazio-INTER preferisce vedere sugli spalti altri spettacoli  per esempio quello di Lazio – roma

JOSE' MOURINHO !!!

TUTTI INSIEME COME UN SOL UOMO

 

MAMMA MIA CHE INTER

unita compatta contro qualunque cosa e contro chiunque , un gruppo fantastico che ci riempie di orgoglio

quando gli sguardi spiegano qualunque cosa , non rimane altro che dire grazie e festeggiare !

inter8eto3 cambiasso2  chivu4

qualcuno sa spiegare cosa vuole quell’IDIOTA con i guanti da portiere ?????????????????

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grazie anche al barcellona per l’idea degli idranti…

samuel-milito

e adesso andiamo avanti

Sab 22 Mag 2010, 20:45

Bayern Monaco vs. Inter

la storia continua …

INTER NEL CUORE

SEMPRE E COMUNQUE INTER

RINCORRERE RINCORRERE RINCORRERE

Articolo di settore.myblog.it

Peggio di così non poteva andare: la Lazio si è cagata in mano quando poteva vincere la partita, il Parma perdendo in casa col Genoa ha reso ininfluente anche la terza delle quattro partite che restano alla Roma, la Fiorentina - che ha esalato l'ultimo respiro per rompere i coglioni a noi - ha rilanciato l'Atalanta che si giocherà sabato a Milano buona parte delle speranze di restare in A. Tutto questo per dire che il campionato si decide virtualmente alla quartultima giornata, cioè tra sabato (Inter-Atalanta) e domenica (Roma-Sampdoria), perchè le successive tre partite della Roma sulla carta sono ridicole e quindi, se passerà indenne la quartultima, il campionato potrà perderlo solo suicidandosi. E noi invece affrontiamo un'Inter-Atalanta insolitamente decisivo (non mi metto a fare analogie con il recente passato, e sappiate che se le facessi mi toccherei vigorosamente) dovendo giocarci attorno (domani e il 24) due partite con il Barcellona. Ah: nei prossimi 16 giorni, oltre a queste tre partite fondamentalissime, aggiungeteci la terzultima di campionato e la finale di Coppa Italia. Aggiacciante. Spaventoso. O bellissimo.

La Roma sta mettendo a frutto un mix di entusiasmo e di fortuna che, collocato appunto in una piazza come Roma, va moltiplicato per tre. Se dall'Islanda arriva cenere lavica, su Roma si è addensata una nube di culo (trattasi di un fenomeno difficilmente spiegabile) che rende difficile il traffico aereo del resto della serie A. L'Inter si è rimessa a viaggiare (10 punti nelle ultime 5 partite, non male se raffontati ai 6 delle precedenti 6) e a segnare (11 gol nelle ultime 5 partite, non male se raffontati ai 5 delle precedenti 6), però la Roma viene da 6 vittorie di fila (e da ormai 24 risultati utili consecutivi) e quindi le cifre degli altri finiscono per essere molto relative. Se passa lo scoglio Samp (squadra in formissima, finalmente un avversario vero, non come quelle amebe in maglia biancazzurra) avrà tre partitucole con avversari salvi, demotivati e senza grilli per la testa. Potremmo solo sperare in una riedizione di Roma-Lecce, ma capita una volta ogni tot.

Questo finale di stagione è così perversamente bello, o spaventosamente spaventoso (fate voi), che alle tre di notte sono qui che faccio le tabelle scudetto e calcolo i bioritmi dell'Atalanta (l'Atalanta!), e domani (domani!) giochiamo in semifinale di Champions con il Barcellona. C'è stato un momento oggi (gol di Rocchi, il Barcellona in autostrada a cantare "Que cubierta de flores") in cui fantasticavo su mondi sublimi e obiettivi plurimi. Poi tutto è sfumato perchè è giusto così, noi siamo stati inadempienti e a questi va bene qualsiasi cosa, con buona pace di tutti. Vi meritate Sordi, diceva Moretti. Oggi ci meritiamo Toni e le sue sceneggiate, Totti e le sue arroganze, De Rossi e la sua barba (e le sue gambe tese). E' già tutto un festeggiare e un carosellare (e un puncicare). I conti si fanno alla fine, ma ormai è tutto instradato verso l'happy ending.

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