INTER-PARTIZAN 1-0

di settore.myblog.it/
FUORI ORARIO

Per chi considera una diminutio l'Europa League e per chi non si è ancora abituato al giovedì, la formula di Inter-Partizan (Europa League, il giovedì, in casa, alle ore 19) avrà messo alla prova anche l'interista più oltranzista. Il giovedì alle 19 la gente normalmente fa altro, diciamolo. Io per esempio ho patito uno strano fenomeno. Ero sul mio divano e a un certo punto della partita, direi verso la metà del primo tempo, mentre sognavo a occhi aperti Branca e Ausilio che a reti unificate presentavano Markovic acquistato a titolo definitivo per Alvarez e 7 milioni, mi sono improvvisamente ridestato e mi sono chiesto:

"Ma ho cenato?"

Praticamente il mio cervello e il mio stomaco erano preda di una specie di jet lag calcistico. Pensavo fossero le nove, nove e mezza (orario consono alla metà di un primo tempo serale) e invece non erano ancora le sette e mezza. Il bello è che ci ho messo un po' a rendermene conto. Mi chiedevo: ma cosa cazzo ho mangiato visto che ho già fame? E quando? E dove? E con chi?

Mentre mi ero ormai quasi convinto a chiamare il 118 o, in subordine, "Chi l'ha visto?" per una denuncia preventiva (pronto, redazione? Senta, vorrei segnalare il caso di uno smemorato. Chi? No, non mio zio. Io. No, non mi sono ancora perso. Non ancora, almeno. Interessa?), finalmente mi rendevo conto che erano le sette e mezza. Quindi non ho un ricordo esatto di quella fase di partita perché ero in preda al panico.

Per il resto, bene bene. Cioè no, non so, non saprei, proprio bene bene no, vabbe', ma io questa Europa League non la maneggio, forse non mi interessa (ancora), non mi stimola la concentrazione. Però apprezzo - moltissimo - questa Inter che non prende gol (non si sa come, giocando con questo Silvestre) (credo che stasera sia stata principalmente una questione di culo, se mi posso permettere), crea occasioni e soprattutto si toglie dai guai e va a vincere partite in momenti e in modalità a noi ignote in tempi recenti. Non voglio fare paragoni sciocchi o esagerati, ma mi limito a dire che tutto ciò è molto bello. Poi io questo Markovic lo prenderei, o almeno inizierei a trattarlo per poi farmelo fottere dal Psg che offre il quadruplo. Così, per mantenere una nostra coerenza.

E comunque, il coefficiente Uefa non si può alimentarlo noi da soli. Altrimenti chiediamo la scissione dall'Italia, creiamo uno staterello indipendente ad Appiano Gentile e ce ne andiamo per i cazzi nostri, a saprofiti, 'cci vostri!

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juve la nuova TERAPIA SANGUE “ARRICCHITO”

di fantagazzetta.com

Quella tra il doping e la Juventus è una storia oramai morta e sepolta da diverso tempo: le accuse sibiline ma poi non tanto di un allora giovane Zeman, i processi con relative immagini ancora fruibili sul web, l'accusa, poi decaduta, del famoso Epo, l'utilizzo di farmaci off label e quant'altro riguardi quella storia oramai appartiene ad un tempo che per il calcio corrisponde a praticamente più di un'era geologica fa. Ma c'è qualcuno, come Cristian Amadei, che sull'International Business Time ha lanciato un'accusa non troppo velata e diretta proprio all'ambiente bianconero e proprio sull'argomento doping.

Nel proprio organigramma sportivo la Juventus infatti annovera come preparatore atletico Julio Tous Fajardo, non troppi anni fa ricercatore associato presso il laboratorio della performance sportiva (Inefc) dell'Università di Barcellona, entrato poi nel mondo pallonaro come preparatore del Barça di Rijkaard. Amedei racconta che il sospetto di Fajardo implicato nel mondo del doping si comincia ad avere con Rafa Nadal, di cui  Fajardo era preparatore.

Vista la delicatezza dell'argomento, riportiamo parola per parola quella che è la considerazione di Amadei. Ecco il passo del testo cruciale: 

"Già nel 2009 a seguito di una serie di infortuni dichiarati dal giocatore, lo spagnolo potè saltare i controlli antidoping prima di Winbledon, con una fitta rete di sospetti sollevata da colleghi tennisti e esperti dell'ambiente. Dopo il declino ci fù il possente ritorno del fenomeno spagnolo ma solo dopo una cura miracolosa. "Come si legge su TennisWorld Italia: "I giornali spagnoli hanno riportato che la cura di cui ha usufruito Rafa sia la PRT (Platelet Rich Therapy, terapia ricca di piastrine, traducendo alla lettera). Spieghiamo bene di cosa si tratta: il sangue del paziente viene preso e centrifugato in un macchinario, quindi il sangue coagulato viene iniettato nella zona dell'infortunio. Nadal stesso ha evidenziato come sia un trattamento "doloroso ed applicato direttamente sul tendine". Questo è un dettaglio non trascurabile, in quanto solo la parte del corpo in questione può ricevere il trattamento della PRT, altrimenti perseguibile dall'antidoping. Tamira Paszek infatti, per una variazione nella procedura sul trattamento alla schiena cui si è sottoposta nel 2009, è stata anche posta sotto indagine". Insomma un trattamento basato sull'iniezione di sangue "arricchito" con i fattori di crescita grazie al quale l'organismo rigenera più velocemente i tessuti lesionati nel corpo dell'atleta ed è impossibile determinare a posteriori questo tipo di pratica a meno che non sia dichiarata direttamente dall'interessato. Molti sospetti su Nadal, ma niente di concreto."

Il pezzo poi si conclude con una domanda, a questo punto scontata vista la premessa sviluppata: che ci fa un preparatore così nello staff bianconero? Attenderemo e FG vi informerà se la Juventus o un qualunque altro organo vorrà rispondere a quanto detto e riportato da Amadei.

Andrea De Pasquale

articolo tratto da
http://www.fantagazzetta.com/calcio-italia/juve-i-fantasmi-del-doping-sul-preparatore-fajardo-164119

INTER-FIORENTINA 2-1 - TERZA POSIZIONE

di settore.myblog.it/

Non è un caso che certe partite tu le possa giocare contro squadre che, appunto, giocano. Non contro squadre che adottano un agile 8-1-1 e agiscono in contropiede e poi magari ti fottono e ti gettano nel dramma più assoluto. E comunque si tratta di un progresso significativo, un progresso vero. Per dire: contro la Roma - una squadra che giocare gioca, anche se non sempre per se stessa - l'avevamo preso in quel posto, e invece con la Fiorentina abbiamo finalmente tirato fuori al momento giusto quel che spesso era mancato. La miglior partita, il miglior risultato, la miglior impressione, il miglior umore. Oddio, forse ci potevamo anche togliere uno sfizio, quello di trasformare non dico tutte, ma almeno i due terzi delle occasioni create, e quindi piazzare il botto, chessò, un bel 5-0 con cui impressionare tutta l'Italia e puntare alla beatificazione. Ma forse è meglio così, abbiamo battuto un colpo e adesso prepariamoci a mantenere la barra dritta. Senza esagerare con l'autostima. In fondo una settimana fa per l'immaginario sportivo italico - e anche per qualche bel tifosotto nostro - eravamo una squadra-disastro che non aveva gioco, palle, futuro. Sette giorni dopo ci ritroviamo con sei punti in più e una reputazione già restaurata, almeno fino al prossimo sfondone.

Nel frattempo - da qui al derby, che arriva lemme lemme con un profilo un po' così, causa un Milan un po' così - ci sfiniranno di domande. Non è che il vostro problema è Sneijder? Non è che siete provinciali con quella difesa a tre? Non è che per caso vi state convincendo di avere dato una sòla al Milan e di esservi presi con 7 milioni di conguaglio il giocatore che magari vi cambia la stagione?

E chi lo sa? (un consiglio: non rispondete, cambiate discorso, oppure fate finta che non vi interessi. Oppure se siete con un uomo e passa una donna con un bel culo esclamate: e basta con 'sto pallone, guarda che bel culo!)

E intanto si verifica una cosa interessante. Dopo appena 6 giornate, quindi a un'eternità di 32 dalla fine, e ancora in forte anticipo al solo arrivare - non dico del Natale - dell'ora solare, la classifica ha un suo perchè. Su cui, volendo, si potrebbe spendere qualche energia cerebrale. Sono (già) in testa e hanno (già) scavato un minimo solco le due squadre favorite, probabilmente le migliori, sicuramente le più rodate. La Juve è la Juve, e va bene, è la strafavorita. Ma il Napoli va che è una meraviglia, ha fatto 9 punti con tre delle squadre che giocano meglio (Fiorentina, Lazio, Samp) ed è molto positivo che tenga il fiato sulla gobba dei gobbi. Che l'Inter sia (già) al terzo posto è di ottimo auspicio. Alla giornata numero 7 una partita non banale - il derby, in trasferta - ci dirà un po' di più sui soliti argomenti che ci attanagliano: chi siamo, dove andiamo, quelle robe lì, you know.

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