AFFETTUOSAMENTE VOSTRO

(attenzione dialogo inventato ed IRONICO)

Mario, sei convoc...

'zie mister (masticando una cicca)

Fammi finire. Dicevo: sei convocato con la Primavera

Ah, occhei (masticando la cicca)

Lei è molto affettuoso, mister

Voglio che tu capisca la differenza tra la serie A e la Primavera, Mario

Devi capirla, Mario

Ma io l'avevo già capita. Nella Primavera giocano i ragazzi, mentre in serie A giovano anche i vecchiacci fottuti come...

A-ehm. Domande?

Scusi mister, ho notato che da alcune partite, contraddicendo le scelte precedenti, ha schierato la squadra utilizzando lo schema comunemente detto "rombo". Secondo lei, in quale percentuale questa nuova determinazione tattica  può precludermi la possibilità di giuocare nell'undici titolare?

(rivolto a Baresi) Chi cazzo gli ha scritto la domanda?

(sottovoce) Non ne ho idea

Non approfittarti dell'affetto del mister

(sottovoce) Non mi rompere i coglioni

Mister, Quaresma mi ha... ahia!

Cazzo, piantatela. Uh, il presidente. In piedi!

Buongiorno a tutti, ragazzi. Volevo rappresentare tutto il mio affetto.

(toccandosi i coglioni) ahio...

Grazie presidente. Lei è affettuoso.

E quindi, il rombo?

Verrà anche il tuo turno, Ricardinho.

Che affetto. Non trovi, Javier?

Scusi presidente, ma un pirla mi ha messo la cicca sulla sedia mentre mi sedevo, e...

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La nostra VITTORIA più bella !

L'Europa plaude Inter Campus: "Una realtà"

Mercoledì, 03 Dicembre 2008
[FOTO Mercoledì, 03 Dicembre 2008 22:21:31]

BRUXELLES - "Una realtà, non un progetto". Questo il commento che ha caratterizzato il successo ottenuto da "Petites Historias das Criancas", il film-documentario di Gabriele Salvatores, Fabio Scamoni e Guido Lazzarini proiettato, oggi nel secondo pomeriggio, al Parlamento Europeo. Oltre 150 invitati, per la maggioranza europarlamentari italiani e stranieri, hanno assistito alla terza 'uscita' della pellicola che racconta, sotto forma di piccola cronaca che diventa grande storia, le attività di Inter Campus nel mondo.

Dopo le serate dedicate a Roma e a Milano, l'iniziativa a Bruxelles, promossa dall'eurodeputato del Prc Vittorio Agnoletto, si è aperta con le parole di Massimo Moratti. "È un grande, grandissimo onore poter condividere con i rappresentanti dell'Europarlamento la nostra esperienza sociale con Inter Campus e il film, bellissimo, che la racconta". "Salvatores è interista - ha aggiunto il presidente nerazzurro -, ma soprattutto ha avuto l'intuizione artistica, mentre per noi, in questi dieci anni, abbiamo fatto una cosa semplice: metterci nei panni degli altri e capire che cosa succede ai bambini in situazione difficili. Il calcio ricco, terribile, certe volte stupido, consente però di fare queste cose e mi piace pensare che, fra dieci anni, questi stessi bambini dei quali viene raccontata una storia, un'esperienza di felicità, possano rivedersi attraverso questo film ed essere ancora più felici".

È la speranza di tutti, quella di Massimo Moratti, e l'obiettivo della realtà Inter Campus è proprio questo: il calcio, in verità, è solo un pretesto perché, come ha spiegato Francesco Toldo, anche lui presente alla proiezione di Bruxelles, "lo scopo non è certo quello di trovare il talento, il possibile nuovo campione; e solo l'Inter poteva sviluppare, con successo, quella che sembrava un'utopia ed è diventata una bellissima verità". Tanti i complimenti raccolti dai registi e dai rappresentanti dell'Inter e di Inter Campus presenti all'Europarlamento: per la qualità, altissima, del film-documentario e per la competenza degli operatori e istruttori che girano il mondo vestiti di nerazzurro per far giocare ed educare i bambini. "Mi ha toccato il cuore - ha spiegato Nelson Rivas, il secondo rappresentante della squadra presente a Bruxelles - perché so che cosa vuol dire essere un bambino in Colombia e so che cosa vuol dire operare in quella realtà, che è la mia realtà: conosco i pregi, conosco i rischi".

"Tutto il calcio deve un grazie, enorme, a Massimo Moratti e all'Inter, non solo per i successi calcistici, ma per la capacità di sviluppare una realtà che, chi ama veramente questo sport, si augura possa essere comun denominatore per tutti": le parole di Walter Gagg della Fifa lasciano il segno, confermano l'appluaso delle istituzioni calcistiche internazionali per Inter Campus. "È un progetto bellissimo, una realtà in continuo movimento - ha sottolineato William Gaillard, portavoce Uefa -. Non è vero che il calcio moderno ha sempre bisogno di soldi per emozionare. All'Inter, nella stagione del suo Centenario, possiamo solo augurare altri 100 anni di grandi successi sul campo e di valori intatti, come quelli che oggi ha presentato a tutti noi".

"Al Parlamento europeo lavoriamo in tanti per cercare soluzioni serene a problematiche sociali differenti e difficili, tante solo le idee e le proposte che vengono valutate e sviluppate, tanti i progetti che abbiamo promosso e che vogliamo promuovere. La felicità è che oggi, attraverso il film dedicato alle attività di Inter Campus, abbiamo visto una realtà, non un progetto".

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SIAMO FORTI

siamo talmente forti che abbiamo
tutto il tempo di pensare ad altro

 

comunque per la cronaca abbiamo vinto contro il napoli

CHE MERAVIGLIA

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PROVA SPECIALE

muntari.jpgVogliamo contestualizzare e relativizzare? No, perchè i partitoni con il Fanfulla son buoni tutti a farli. Noi invece abbiamo giocato una partita strepitosa contro una Juve che arrivava da cinque vittorie consecutive in campionato (più quelle in coppa) e pensava seriamente di sistemarsi la coscienza anche quest'anno venendo a San Siro con l'obiettivo minimissimo di un punto, sperando seriamente in qualcosa di più. E siccome questa, in molti passaggi, è stata finora la stagione dei dubbi (dubbi da capolista, per quanto fossero pesanti e pregnanti), assistere a una prova del genere nel momento del maggior bisogno (la Juve, la testa della classifica da difendere, a tre giorni dalle partite della nazionali) è stata proprio una bella cosa, ma bella bella. E che dire del dopopartita, con Mourinho che confessa che a lui piace giocare bello largo con una punta e due ali, ma che questa Inter rende meglio con due punte e il centrocampo messo in un certo modo? Ragazzi, come sarebbe bello se le cose fossero così semplici. Domani è un altro giorno, però mi beo di quello che ho visto. Un primo tempo meraviglioso, una difesa praticamente perfetta, un centrocampo reattivo, un attacco da paura (che rinuncia ai gol stupidi) (è bello quando si vince nonostante tutto ciò) e - dulcis in fundo - un gol di culo. Siamo stati più straripanti che a Roma con la Rometta: questa - operaia finchè si vuole - era la Juve. Mi verrebbe quasi da dire che, tra i tanti addebiti che gli facciamo, lo Speciale ci sta rendendo migliori nelle occasioni che contano. Se non fosse per quel buco nero del derby, quasi ci giurerei.

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PERFETTI o quasi ...

INTER - juventus = 1 - 0

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MANCINI VINCE LA PANCHINA D'ORO. UN ANNO DOPO.

mancini panchina d'oro

Roberto Mancini succede a Cesare Prandelli nell'albo dei vincitori della Panchina d'oro, premio che ogni anno viene riservato al migliore allenatore della stagione precedente ed assegnato in base ai voti dei colleghi mister. Un riconoscimento meritato ma postumo, che non cancella l'ingiustizia per il verdetto di 12 mesi or sono, dopo lo scudetto dei record.

Ricordo bene le polemiche che accompagnarono quella scelta, effettuata in piena fase di scomodo dominio nerazzurro sul campionato e le dichiarazioni del Mancio che snobbò la manifestazione e rivendicò come il suo premio fosse la panchina nerazzurra. Altri tempi, in tutti i sensi.

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Perfetto Mourinho

CONTINUA ...

Conferenza stampa dopo Udinese (9 Novembre)
youtube.com/user/mourinhoitalia

Processo GEA

CHIESTI SEI ANNI PER MOGGI

Il pm Luca Palamara ha fatto le sue richieste di condanna nel processo Gea: sei anni per Luciano Moggi e cinque per il figlio Alessandro, per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con violenza e minacce. Non solo, a seguire: tre anni e sei mesi per Franco Zavaglia, due anni e quattro mesi per Francesco Ceravolo, un anno e quattro mesi per Davide Lippi e otto mesi per Pasquale Gallo.

Per tutti, tranne che per Luciano Moggi, il pubblico ministero ha chiesto l'applicazione delle attenuanti generiche. Il tutto al termine di una requisitoria durata quasi sei ore, che ha chiuso un'udienza apertasi con le ultime battute della fase dibattimentale e che ha visto Ceravolo rilasciare dichiarazioni spontanee.  Il pubblico ministero ha ripercorsotutti i fatti e gli episodi contestati, formulando le sue richieste. Ora la parola passa alle parti civili e alla difesa di Gallo (giovedì 13 novembre) e agli altri avvocati difensori (il 2 e 4 dicembre). Infine,  il giudice Luigi Fiasconaro si ritirerà in Camera di consiglio e la sentenza è prevista per l'8 o il 13 gennaio.

http://www.affaritaliani.it/sport/seiannimoggi111108.html

Confronto

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L'unico confronto che merita di essere dibattuto tra Josè Mourinho e Roberto Mancini ( farlo con l'anno passato così come fanno semplicisticamente molti giornalisti o con il primo anno del Mancio come fa il portoghese non è realistico ) è una pericolosa similitudine: il burrascoso rapporto con gli organi di informazione e il terribile clima del nostro calcio.

Dopo una stucchevole e finta luna di miele durata meno di un amorazzo estivo, Special One ha forse compreso perchè il suo predecessore nell'ultima fase della gestione sembrava un uomo sull'orlo di una crisi di nervi, sfinito da troppe battaglie con l'esterno e pure da innumerevoli bracci di ferro con giocatori, società e tifosi nerazzurri.

Pochi credevano che se ne sarebbe reso conto così in fretta, la maggior parte però se lo aspettava come gli inevitabili scazzi di Zamparini con i suoi allenatori; conosciamo come funzionano le regole non scritte del calcio e dei media nel nostro Paese e l'impossibilità di Massimo Moratti di poter fare qualcosa per cambiare lo status quo. Senza i soldi delle tv a pagamento e gli spazi di discussione sui quotidiani sportivi le due predominanti entrate nel bilancio ( cessione dei diritti e sponsorizzazioni ) non esisterebbero.

POCHI CON MOU, TANTI CONTRO. COME CON MANCINI.

Detto questo ( e ribadito che sono disposto ad appoggiare qualsiasi iniziativa seria per levare una voce di protesta che non sia chiedere di fare il tifoso con i paraocchi o inviare mail alle redazioni con gli errori pro Milan )è ovvio quale sarà lo scenario definitivo: una piccola parte di professionisti dell'informazione si schiereranno con Mou e tutti gli altri troveranno qualsiasi pretesto per attaccarlo.

Fu una delle molle che mi convinse ad aprire il blog nel 2006 e noto con dispiacere che i punti di contatto fra le due situazioni sono più di uno, a partire dalla temeraria incoscienza di dire quel che si pensa alle principali e potenti penne del giornalismo italiano e di non rivelare loro in anticipo, magari a cena, la formazione del weekend.

L'ESEMPIO DI ANCELOTTI

In questi rapporti è un maestro Carlo Ancelotti, che non a caso era l'ospite principale durante la recentissima riunione organizzata dall'USSI sul rapporto con la stampa. Non andare mai allo sconto e ricercare ironia e buon senso nelle conferenze stampa aiuta anche a proteggere per lunghi mesi vicende personali che dovrebbero essere la manna per il gossip nostrano.

Essere allenatore del Milan aiuta, è indubbio: da nessun'altra ci si sente con le spalle così coperte per il solo fatto che il 50% dei media è in mano al tuo presidente. Si devono accettare i Shevchenko, i Ronaldinho, i Beckham e trovare ogni anno una diversa soluzione del puzzle, però sulla bilancia ci sono tanti altri vantaggi.

PERCHE' LA LUNA DI MIELE CON LA STAMPA E' FINITA

Da un lato Josè Mourinho è arrivato con la fama di personaggio vincente, schietto, arrogante, provocatorio e non ha fatto nulla per sottrarsi a questo clichè fin dal suo arrivo, cadendo più o meno consapevolmente in ogni tranello che gli hanno posto sul cammino. Lui ha confidato che lo fa per attrarre su di sè ogni polemica e proteggere la squadra e mi sta bene. L'importante è che dimostri di avere serenità e spalle abbastanza larghe. E' umanamente possibile? All'Inter?

Dall'altro chi lo consiglia o gli spiega la realtà italiana non lo sta aiutando molto: andare in tv e dare esplicite patenti di amicizia e vedovanza manciniana a colui che ti ha domandato del nervo scoperto del confronto con il passato, è una scelta strategicamente sbagliata. E Marco Branca o chi per lui glielo deve far notare.

I TIFOSI SONO LE VITTIME

In mezzo a questa situazione ci sono i tifosi, i bersagli più sensibili,umorali e indifesi: per loro la guerra non è mai finita e non mi sorprende che ci si schieri da una parte o dall'altra. Solo è cambiato il fronte: chi difendeva Mancini ora attacca Mourinho e viceversa. Con qualche tradimento (passaggio al nemico) o obiezioni di coscienza originarie o sopravvenute ( giudico quel che vedo, do tempo al nuovo allenatore). Il primo che mi dice che i guelfi e i ghibellini erano fiorentini lo invito sul blog.

Si vive in un clima di nervosismo perenne che non aiuta e non svanisce neppure nei 90 minuti di partita a San Siro: l'avversario non è in campo con una maglia di colore diverso o in classifica, a volte è seduto accanto a te, nello stesso settore, nella stessa fila. La talpa, quella vera, quella dei media, ha colpito ancora.

LA SOLUZIONE

I tifosi si insultano, gli allenatori si innervosiscono, la società ha le mani legate. Non vedo una soluzione pacifica al'orizzonte se non vincere questa benedetta Champions League. Intanto si potrebbe cominciare a battere la Juventus tra 2 settimane. Ci sono nemici storici che odiano tutti...

SIMONE NICOLETTI
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Giornalisti vs. INTER

 

E' sempre la solita storia ..........

  

  

  

TIFOSI

COSA VUOL DIRE ESSERE TIFOSI ?

image ieri allo stadio (per Inter-udinese) mi è capitata la sfortuna di sedere nelle vicinanze di una coppia sulla cinquantina che fin dal 1° minuto ha iniziato a criticare e insultare praticamente tutti i giocatori fino ad arrivare ad augurarsi l'errore , eppure il marito era super bardato di nerazzurro con sciarpa cappello e spille varie .....
scommetto che anche con allenatore Roberto Mancini, i due si comportavano allo stesso modo, e se non precisamente loro due, qualche altra persona con mentalità simile alla loro certamente ...
adesso io dico MA CHE GUSTO C'è AD ESSERE COSì ?? che gusto c'è ad andare contro la propria squadra ?
si dicevano obbiettivi !!
ma almeno durante la partita bisognerebbe essere tifosi,
BISOGNA ESSERE TIFOSI !!! poi al termine della gara si può trarre un giudizio e disutere dei problemi o della propria idea di calcio.
MA ALLO STADIO DURANTE LA GARA NO !!! altrimenti è meglio STARSENE A CASA SEDUTI COMODI a guardare la TV e commentare i vari giudizi dei "giornalisti" ecc ecc ....

quando mancavano 10 minuti, non ho resistito all'ennesimo insulto esagerato verso un giocatore, non ricordo più chi, e ho chiesto ai due se almeno negli ultimi 10 minuti fosse possibile FARE IL TIFO e non i criticoni ....
Come per miracolo la richiesta è stata esaudita e si sono zittiti .
Alla fine è arrivato il gol della vittoria, dopo l'esplosione di gioia mi sono voltato per vedere la reazione dei due "criticoni" e loro esultavano felici , all'improvviso tutti quei giocatori che per 80 minuti avevano insultato e definito nel migliore dei casi brocchi con vari commenti sulla loro abbronzatura (termine copiato e ormai purtroppo sdoganato da un personaggio noto), si erano trasformati in eroi,  chissà cosa è scattato nella loro testa per motivare un tale cambiamento.....

non so forse abbiamo vinto troppo in questi anni e ci stiamo dimenticando cosa vuol dire essere tifosi, soffrire e gioire per la squadra CON la squadra o forse qualche interista è stato sempre così e non cambierà mai .


PAZZA INTER AMALA !!!!!

Pensieri INTERISTI ...

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image "E fu così che tornarono primi in classifica per una settimana. E in quella settimana riuscirono a vendere altre 27 magliette. Poi a gennaio tornarono quarti ma intanto arrivò Beckham e riuscirono a vendere altre 61 magliette"




  • Il Milan primo? Lettore Sergio: "Sì vabbé: se credete a tutto quello che dicono i media allora è finita"
  • Moratti: "Frattura tra Mourinho e Adriano? Non credo ci sia". Sgomberiamo il campo dai dubbi: potrebbe esserci, potrebbe non esserci, ma credo che non ci sia.
  • Moratti: "Più presenza mia con la squadra? Quello che posso lo faccio". Lui le interviste sulla squadra le rilascia anche giornalmente, ma se poi Cruz non dà ampiezza non è colpa sua.
  • Passeggiata a Reggio Calabria. Ci beviamo l'ultima in classifica come un Cartizze.
  • Inter-show con la Reggina: segna perfino Cordoba.
  • Grana Pirlo: da quando è infortunato il Milan vince. Scandalo: il miglior giocatore italiano non trova spazio.
  • Il Milan vince grazie al suo pubblico, il tredicesimo uomo.

Martedì sera incredibile nottata di birrale al 4-4-2: prima l'Amorthosis poi diretta sulle elezioni americane per tutta la notte. Se vuoi venire a tifare Jeb Bush con noi scrivi a redazione@interistiorg.org.

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La sudditanza "psiconanica"

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image Il Milan in testa a questo campionato è una evidente malformazione genetica, non tanto per gli errori arbitrali o per la buona sorte che accompagna la compagnia teatrale brasiliana, quanto per le lacune mostrate in questo inizio di stagione. Ma siamo solo alla decima di 38 tappe, come ripete Special One, e c'è tutto il tempo per rimediare chirurgicamente a questa anomalia che sta affliggendo la Serie A.

   L'aspetto interessante della vicenda-Milan riguarda però il trattamento riservato dai soliti noti agli aiutini che ha ricevuto in queste ultime partite. Sia chiaro, non sospettiamo sulla malafede di Rocchi anche se ieri la sua prestazione è stata imbarazzante o se è stato rinviato a giudizio in quel di Napoli. Non sospettiamo perché lo scorso anno, quando i rigori inesistenti venivano concessi all'Inter (poi ampiamente compensati), ridevamo di chi tirava in ballo il potere occulto di Moratti. Certo, il Caimano non è paragonabile al nostro Massimo, ma ora non crediamo a chissà quale complotto. Aspettiamo, certo, che Collina dica qualcosa, come fece in più occasioni nella scorsa stagione, ma non pensiamo che ora gli arbitri si comportino come burattini. Stesso discorso sulla fortuna: anche l'Inter ha siglato 3 goal in questa stagione con 3 calciatori che non rientrano nei 29 della rosa.  Di sicuro, se l'Inter tornasse ad essere il carrarmato asfaltatore delle due passate stagioni non ce ne sarebbe per nessuno.

   L'aspetto da sottolineare, dicevamo, è il diverso trattamento che hanno riservato all'Inter di Mancini ed al Milan di Ancelotti gli scribacchini ed i loro direttori. Se tre indizi fanno una prova, i rigori concessi contro Sampdoria, Siena e Napoli sono semplicemente ridicoli. Per non parlare dell'arbitraggio nel complesso. Ma le prime pagine di Tuttosport, CorSport e Gazzetta celebrano solo il primato del Milan che con un mese di anticipo (dicembre, Galliani dixit) è riuscita a superare l'Inter. Non leggiamo di "Pasticcio Milan", "Favori al Milan?", "Scandalo Milan", "Arbitri: bufera!", "Uno scudetto da ridere", "Troppi errori a favore del Milan", "Milan, bufera scudetto", "Non sono riusciti a far vincere lo scudetto al Milan" o "Arbitri sotto assedio". Neanche il 5% di quanto fecero nei nostri confronti pochi mesi or sono. Questo ci fa capire come i media sportivi siano afflitti da una particolare forma di sudditanza psicologica: quella psiconanica.

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Reggina-Inter, le pagelle

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image Julio Cesar 6,5 | Termina l'imbattibilità che durava da Inter-Bologna, ma il gran tiro di Cozza era imparabile. Ostenta tranquillità nell'ordinaria amministrazione. Forse poteva fare qualcosina di più sul pareggio di Brienza, ma salva con la mano di richiamo un mezzo palonetto sul finale del match. Maicon 7 | Pregevole l'incursione che porta al primo goal, anche se nelle successive fasi di gara gioca con il limitatore di velocità per esigenze tattiche. Più attento del solito in fase difensiva. Cordoba 7 | Il goal vittoria è frutto di uno stop impensabile per i suoi piedi. Duella tutta la partita con Corradi a cui non invidia nemmeno Elena Santarelli. Chivu 6,5 | Con Cordoba forma la coppia "preferita" da Mourinho in questo inizio di stagione. Nel primo tempo è bravo a colpire di testa un pallone insidioso proveniente dalla destra, nella ripresa immola il ginocchio salvando una chiara occasione da goal. Lesione al legamento collaterale per lui (leggi) e tessera del "club" già fornita a Rivas, Cordoba e Samuel. Maxwell 6 | Qualche errore in fase di impostazione, soprattutto dopo il pareggio della Reggina. Ma in più di una occasione mostra le sue qualità tecniche sbrogliando situazioni intricate. Poco affiatamento con Mancini. Vieira 7 | Il centrocampo "a 2" lo responsabilizza eccessivamente, soprattutto dal punto di vista fisico. Puntuale l'inserimento sul raddoppio, trova spazio per altre sortite con le squadre allungate. Un rapimento lampo prima della prossima convocazione di Domenech sarebbe auspicabile. Zanetti 6 | Deve coprire insieme al francese la zona centrale del campo. Svolge il compito senza errori particolari.  Quaresma 6,5 | Recupera il pallone servendo Ibra nell'occasione del primo goal. Assiste perfettamente Vieira sul 2-0. Bella anche la "trivela" telecomandata sulla testa di Crespo. Per il resto: un palo, due tiri fuori (causa eccessivo utilizzo dell'esterno) e qualche punizione guadagnata. Le sue azioni subiscono un classico "rimbalzo tecnico". Mancini 5 | Si nota per un pallone filtrante a Balotelli nell'azione che si conclude con un off-side di Ibra. Prima e dopo una prestazione ispirata alla vita di Bernardo Provenzano: latitante.  Balotelli 7+ (il migliore) | Per valutare la bontà della  prestazione di SuperMario basti contare i palloni ricevuti nel momento di maggior difficoltà della partita, dopo il 2-2 di Brienza. Salta puntualmente Costa, offre due assist intelligenti a Crespo e Ibra che balbettano la conclusione e sfiora il goal con un tiro di destro previo doppio passo. Coraggioso nel tentare la rovesciata, pezzo del repertorio finora provato solo nelle giovanili o nell'Under 21. Riabilitato.

Ibrahimovic 6- | Assist al millimetro per Maicon. Poi tanta stanchezza (14esima gara consecutiva) e poca lucidità. Sbaglia qualche passaggio laterale in fase di ripartenza ed indirizza troppo a lato un colpo di testa su cross di Balotelli ed uscita a vuoto di Campagnolo. Mourinho dovrebbe impedirgli di battere i calci piazzati. In più di due anni ha segnato un solo goal contro il Livorno su deviazione di Rezaei e due traverse: una con la Reggina nella partita del centenario, l'altra con il Lecce. Poca roba. Crespo 6 | L'area di rigore è il suo habitat naturale: i suoi ovimenti sono da manuale. Peccato per il palo esterno che ha fatto gridare al goal gran parte dei tifosi allo stadio e davanti la tv. Burdisso sv | Entra a freddo, ma dà il suo contributo senza alcun problema. Obinna sv | Come a Firenze viene anticipato proprio al momento di impattare il pallone di testa. Mourinho 6 | Con le squadre di terza fascia schiera un 4-4-2 più vicino ad un 4-2-4. La pericolosità in avanti è garantita, l'equilibrio tra i reparti meno. Questa soluzione ha comunque mostrato un Quaresma più intraprendente e concesso un turno di riposo a Stankovic, uno dei pochi superstiti del centrocampo. Nel dopo-partita ha detto che le sue considerazioni sarebbero state le stesse anche in caso di pareggio. Condividiamo, come condividiamo la voglia della squadra di far risultato. Meglio però aggiustare la mira. De Marco 6,5 | Azzecca la decisione più complicata della partita: il fallo di Corradi su Cordoba ad inizio ripresa.

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FIORENTINA-INTER 0-0

IF

Se non fosse che facciamo abbastanza cagare, che tira un'aria un po' così e che il più sorridente sembrava avere un ascesso. E se non fosse che tutto quello che il Mou sta esprimendo è un Obinna titolare. E se non fosse che ci ha superati addirittura il Milan. E se non fosse che eravamo abituati così bene che un quarto posto ci sembra 'na tragedia. Ecco, dicevo, se non fosse per tutto questo, uno zero a zero a Firenze potrebbe pure andare bene.

ibra.jpg

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INTERISTI

  • Mughini (a Controcampo [su Rete4]): "L'Inter ha solo giocatori stranieri: vi sembre normale?" Agli juventini non va proprio giù l'applicazione delle leggi.
  • Lettore Davide cede gratis un consiglio a Controcampo: la Roma perde non per la bravura dell'Inter ma perché ha Giove in trigono.
  • Beh, grazie a tutti per la partecipazione al campionato: è stato simpatico. Ci vediamo tra un paio di anni.
  • Spalletti sabato: "A noi, a Roma, non ci piace facce cojonà". Cojoné.
  • Spalletti sabato: "A noi, a Roma, non ci piace facce cojonà". Pochi umorismi: non ha detto che non si faceva cojonà. Ha detto che solo non gli piaceva.

Anche noi contro il protocollo di Kyoto: le imprese devono essere libere di produrre. Se poi tutti gli acquirenti saranno morti, allora sarà solo un problema liberalista di domanda e offerta.

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Roma-Inter, le pagelle

Mentre Teo Teocoli alla Domenica Sportiva parlava dell'affaticamento di Aquilani e De Rossi per via della nazionale, dimenticando che Cambiasso e Zanetti sono tornati venerdì da Santiago del Cile e non da Lecce, Mughini, da Brandi&Co., era ridotto a tirar fuori l'evergreen degli stranieri pur di attaccare l'Inter. Non gli resta che piangere. O forse no.

Julio Cesar 7 | Sempre sicuro quando chiamato in causa. Su Cicinho e Riise le parate più difficili. Conferma l'ottimo stato di forma mostrato nella Seleçao. Maicon 7,5 | Siamo sicuri che in Venezuela sia stato intossicato? Il solito treno sulla fascia destra. Una partita straordinaria alla quale è mancata solo la realizzazione: prima sparacchia fuori da buona posizione, poi è il palo a tastare i riflessi appannati di Doni. La sintesi della partita è la facilità con cui irride un Riise impegnato in 4 palleggi consecutivi facendogli carambolare addosso il pallone, guadagnando così la rimessa laterale. Bauscia. Cordoba 6,5 | E' suo "l'assist" per Ibra sul primo goal. I suoi piedi, poi, tornano ad essere normali. Riappare sul finale in attacco dovre dribbla e tira in una frazione di secondo. Insolito. Chivu 6,5 | Controlla adeguatamente Totti. Bravo nel fermarsi sul fuorigioco di Perrotta. Qualcuno ci spiegherà perchè è finito sul tabellino dei cattivi. Zanetti 6 | Il momento di maggior difficoltà glielo regala J. Cesar con una rimessa dal fondo. Eravamo sul 4-0.

Cambiasso 6,5 | Annienta Perrotta e con lui i natii der Cupolone, evidentemente stanchi per le partite in nazionale. Solito impegno. Solita gestione del traffico. Stankovic 7+ | Sul giudizio e (soprattutto) sulla partita, pesa la botta di controbalzo da fuori che fulmina Doni. Liberatoria la corsa con la quale speriamo abbia lasciato dietro di sè il periodo meno brillante della sua carriera. Muntari 7 | Partita di sostanza abbinata a colpi di qualità. Suo l'assist per Maicon che spreca davanti a Doni, suo il lancio per Ibra nell'occasione del raddoppio. Recupera tantissimi palloni senza sentire l'esigenza di timbrare il cartellino. Unico neo, l'imprecisione al tiro. Quaresma 6 | Harry Potter voleva il goal. I due tiri da fuori (entrambi con compagni meglio posizionati) ed il disappunto al momento del cambio fanno una prova. Viene ripagato da Ibra con la stessa moneta in uno dei tanti contropiede orchestrati. Ottima l'apertura per Obinna sul quarto goal. Obinna 6,5 | Primo tempo passato a superare l'emozione per l'esordio (quello vero) con i colori nerazzurri. Pregevole l'azione del goal. Al termine del match è sicuramente il più felice per aver sfruttato al meglio l'occasione concessagli da Mourinho.

Ibrahimovic 8,5 (il migliore) | Semplicemente decisivo. Mette i panni del centravanti, ma le reti non possono essere certo definite "goal stupidi", mostrando ancora la sua straordinaria atipicità. Juan e Loria passano una serataccia, mentre i suoi compagni ricevono sponde "preziose" per la costruzione del gioco. Consapevole di essere uno dei migliori al mondo. Mancini sv | Mourinho lo fa entrare per scaldare a suon di fischi i tifosi romanisti ancora presenti sugli spalti. Cruz sv | Pochi minuti per la passarella di Ibra. Fa bene a tentare il tiro al volo sul cross di Mancini. Dacourt sv | Mourinho lo elogia pubblicamente per l'impegno mostrato in allenamento. Mourinho 7,5 | Alzi la mano chi, leggendo la formazione, non abbia esclamato qualcosa di negativo. Io l'ho fatto nei suoi confronti. Davvero felice di essere stato smentito. Col 4-5-1 annichilisce, come il suo predecessore, il monomodulo di Spalletti. Primo tempo ad alta intensità con pressing alto e ripartenze veloci. Inizio della ripresa devastante. Regala al gabidano, al vice, al collega e al Bruno "moralmente superiore" Conti un bagno rigenerante d'umiltà. Non potendosi attaccare nemmeno all'espulsione di Giuly. Rizzoli 5,5 | Non incide sul risultato, anche se il gol di Obinna era da annullare visto che Muntari, in off-side, disturba la visuale del portiere partecipando attivamente all'azione. Mancano all'appello un giallo a Riise che usava le scivolate come oggetti contundenti e Taddei, reo di un'entrataccia su Ibra. Nessuno dei giocatori dell'Inter, però, utilizza il bonus dei 3 vaffa.

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LA GRANDE BOUFFE

Qui, giusto due settimane fa, prima della sosta, mi auguravo che ci capitasse in fretta una partita esagerata e liberatoria, che ci potesse alleggerire un po' l'animo ricco di scorie. E guarda un po', sono stato subito esaudito. Anche l'anno scorso a Roma fu festa grande, e questi corsi e ricorsi mi sembrano davvero una bella cosa in proiezione. Mentre ero lì che ancora rimuginavo sul divano ("Ma tu guarda, piuttosto che far giocare Balotelli mette dentro addirittura Obinna") Ibra in cinque minuti mi ha distratto dai soliti pensieri disfattisti. E forse è proprio il gol di Obi Obi Martins il sigillo giusto a una serata in cui non ci si può mettere lì a discutere il Mou, nemmeno impegnandosi. Ibra non è una prima punta e ne mette due. Obi Obi fa cagare e poi insacca. Finora avevamo segnato poco e ne abbiamo messe quattro all'Olimpico chez Roma. Finora avevamo subito troppi gol e stavolta marchiamo zero nonostante l'assetto d'emergenza. Prima di stasera non è che avessimo brillato, ma siamo primi. Beh, resta giusto l'irritante Er Trivela: vabbe', aspettiamo. Così come aspettiamo la Juve e la Roma, già così terribilmente lontane. Orsù, tornate almeno in zona Uefa. Prima che qualcuno dica che è un campionato di cartone.

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CRONACA VERA

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Area di servizio tra Cremona e Brescia. Non ho resistito e ho fotografato. Questo Juventus Point piazzato tra i cessi e il bidone dell'immondizia lo trovo irresistibile. Una specie di confessione, non so come dire.

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LIBERARSI

INTER - Bologna 2-1

imageSapete cosa ci servirebbe? Di vincere partite come questa non 2-1, trovando il tempo di farsi venire brutti (e assurdi) pensieri durante il secondo tempo, ma 5-0. Ci manca una vittoria liberatoria, che vale pur sempre tre punti ma ci può sgombrare la testa da qualche incrostazione. Riemerge una questione manciniana, quella dei gol stupidi. Ci vengono le veroniche, poi buttiamo le occasioni normali nel cesso, a iosa. Era la serata giusta per una bella sbornia, ma anche così va bene. Ora che abbiamo il gol-copertina, non ci resta che continuare a scrivere la storia. E' un po' macchinosa, ma non può che decollare.

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JOSE' MOURINHO e BEPPE BARESI

Domanda a MOURINHO durante la conferenza stampa, tratto da inter.it
Pensa che si possa pensare che si possa vendere il prodotto calcio assumendo atteggiamenti come quello di mandare a parlare il suo vice allenatore dopo una gara?

"Tu vuoi un esempio assolutamente chiaro in relazione a questo discorso? Parliamo di Premiership, il prodotto numero uno al mondo in questo senso. Alex Ferguson, visto in tutto il mondo come uno dei migliori allenatori nella storia del calcio, e io penso che lo sia, quante volte Sir Alex Ferguson non va alla stampa. E quante volte si parla di mancanza di rispetto e di tutti questi aggettivi che abbiamo sentito negli altri giorni? Nella mia breve carriera, meno di dieci anni, per 21 volte un mio collaboratore ha parlato con la stampa. Ecco, solo qui per la prima volta in tutte queste 21, si è parlato di mancanza di rispetto. Ti faccio una domanda: un allenatore che durante tre mesi ha studiato italiano quattro-cinque ore al giorno per arrivare per la prima volta in un paese nuovo e parlare con il paese, le persone, con tifosi e giornalisti nella loro lingua, magari non benissimo perchè qualche volta sbaglio, pensi che sia mancanza di rispetto. Adesso parla Ranieri che è stato in Inghilterra cinque anni per dire buon giorno, good afternoon e good morning per lui in cinque anni sono stati un grande problema... Lui che rispetta i tifosi e i giornalisti inglesi e viene da me a parlare di che? Giuseppe Baresi non può rappresentare la società Inter, non può rappresentare il suo tecnico Josè Mourinho? Chi mi deve dire questo è il presidente Moratti: se lui mi dice che Baresi non ha la qualità, lo status, l'immagine e la fiducia per rappresentare la società, se il presidente mi dice così prometto che ci sarò in tutti gli incontri con la stampa. Ma me lo deve dire il presidente, non tu o un altro giornalista in tv o un altro allenatore. C'è una sola persona che è la testa di questo club, il presidente Moratti: se mi fa una critica e mi dice che non accetta questo, allora io gli chiedo scusa e le assicura che da questo momento farò diversamente. Prima di arrivare, ho preparato un documento per la società: ho scritto il profilo dei collaboratori che volevo, ho detto che funzione dovevano avere. imageUna delle cose che è scritta in quel documento, che abbiamo io e la società, sono le ragioni per le quali voglio con me una persona con un determinato profilo che conosca la storia del club. È Giuseppe Baresi, ma poteva essere Riccardo Ferri o Giuseppe Bergomi o un altro uomo importante per la storia del club, questo per avere una persona che mi rappresentasse con dignità, qualità, classe e status davanti ai tifosi, ad altre società ed alla stampa. Il problema qui è un altro: voi non avete rispettato una persona come Giuseppe Baresi. Se non capite molto bene posso farvi un disegno per spiegarvelo meglio. Arrivederci, un abbraccio".

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Zanetti: "Io e l'Inter, la mia vita"

fonte: INTER.it

image Zanetti: ci spiega il significato di tutte quelle fasce?
"Sono quelle più importanti e, per me, significative. C'è quella in ricordo dell'avvocato Prisco, c'è quella per Giacinto, la prima dedicata alla fondazione 'Pupi'.... Ci tengo molto perchè sono tutte davvero speciali".
Ce n'è una dalla quale, per niente al mondo, si separerebbe?
"Quella in ricordo di Giacinto Facchetti (ndr.: indossata in occasione di Fiorentina-Inter del 9 settembre 2003). Per il rapporto che avevo con Giacinto, per l'esempio che è stato per tutti noi, perchè è stato sempre presente in qualsiasi momento e, da quando è mancato, è impossibile per tutti gli interisti dimenticarlo. Una persona così non si può dimenticare... ".
Ci racconta le sensazioni di provate ieri sera, prima e durante Inter-Lecce? Non era una presenza come tante altre...
"Ho provato molta emozione, perchè 600 partite sono tante, soprattuto con la stessa squadra. Quella squadra che tredici anni fa mi ha aperto le porte e mi ha dato fiducia. E per questo ringrazio la famiglia Moratti. Quando sono arrivato ero uno sconosciuto, proveniente da una piccola squadra d'Argentina. Iniziavo a muovere i primi passi nel calcio professionistico ed avere la fiducia della famiglia Moratti è stato importante, soprattutto in una squadra con tanti campioni e con tanti traguardi da seguire. La fiducia della famiglia Moratti mi ha fatto crescere in fretta, sono arrivato giovane e trovarsi bene in una città molto grande come Milano non era facile. Ho fatto questo percorso insieme a loro e, sinceramente, sono molto felice di averlo fatto ed essere rimasto in questa società".
C'è la partita simbolo di Zanetti e l'Inter?
"Sono state tante partite importanti che hanno lasciato un segno, è difficile scegliere, ma la partita di Parigi (ndr.: la finale Uefa '98 contro la Lazio) con la vittoria del mio primo trofeo nerazzurro resta indimenticabile. Tra l'altro ho avuto anche la fortuna di fare un gol, un bel gol".
E potendo scegliere anche altre partite?
"Il mio primo impatto con San Siro, in uno stadio così grande con tanti tifosi: era la prima volta che mi capitava. Abbiamo vinto quella partita (ndr.: Inter-Vicenza, 27 agosto 1995) ed è stato l'inizio della lunga carriera. Anche la gara dello scudetto a Siena due anni fa è stata una data importante, vincere il campionato in quella maniera è un ricordo molto bello".
Adesso il futuro: dove pensa di arrivare?
"Mi auguro che ci siano ancora molte partite da giocare. Ieri erano 600, ma io penso già alla prossima, fare calcoli non serve...".
Parlando di gol e guardando le esultanze, secondo Zanetti è possibile fare un parallelo tra il gol con la Lazio a Parigi e il gol contro la Roma l'anno scorso?
"È stato un gol importantissimo per come si era messa la patita, la Roma attaccava. Fare gol in quel momento non era facile, ho avuto la fortuna di trovarmi lì in quel momento e ho regalato il pareggio alla mia squadra. È stato un risultato molto importate".
Ci sono stati giocatori importanti per la sua crescita?
"Quando sono arrivato c'erano capitan Bergomi e Pagliuca, mi hanno aiutato tantissimo all'inizio: ero giovane ed era tutto da scoprire, sono stati importanti per i miei primi passi. Ho avuto la fortuna di diventare amico di Zamorano, Baggio, Cordoba, di tanti altri... Mi ritengo forutnato di essere stato loro compagno".
Quando è stata la prima volta che ha sentito parlare dell'Inter?
"Ho sentito parlare dell'Inter guardando le partite del Napoli perchè in Italia c'èra Diego Maradona e trasmettevano in Argentina le partite più importanti del campionato. I miei genitori, poi, me ne avevano parlato: mia mamma andava allo stadio dell'Indipendiente dove l'Inter ha fatto più di una finale e mi raccontava di quelle paritite. Un giorno, in una partita con la nazionale in Sud Africa, Passarella mi chiamò in camera sua e mi diede la notiza che l'Inter mi aveva preso. Non me l'aspettavo, era il 1994, una delle mie prime volte in nazionale".
La prossima parita sarà il derby: come vede il Milan che ha cambiato molto dall'anno scorso con gli acquisti di Ronaldinho, Shevcehnko...
"Il Milan è da rispettare, sono cresciuti e sarà una paritita molto combattuta come sempre capita in un derby. Credo che l'Inter arriverà pronta perchè abbiamo il tempo di preparala al meglio e speriamo di poter fare quello che la squadra è capace di fare per vincere".
A proposito di derby, ne ricorda qualcuno in particolare?
"Il 2-2 quando ho avuto la fortuna di segnare il pari e il 3-0 con un grandissimo gol di Ronaldo".
Adesso  è la bandiera di squadra, ha mai avuto mometi di sconforto?
"Mai, mollare non fa parte del mio carattere. Abbiamo avuto momenti difficili, però la mia idea è che il lavoro ripaga sempre. Ci tengo tanto al lavoro e sapevo che prima o poi i successi sarebbero arrivati, è stato così".
Il segreto della sua longevità? La duttilità tattica o il carattere?
"Un pò di tutto, per poter rendere al meglio curo tanto i particolari. Se si lavora seriamente, la domenica si riesce a fare tutto per aiutare la squadra, questo è quello che mi interessa. Prima dell'obiettivo personale c'è la squadra, io cerco di rendermi utile dove la squadra ha bisogno".
Quando si è ritirato Giuseppe Bergomi la fascia da capitano prima è andata a lei e poi a Ronaldo, c'era rimasto male?
"Non ci sono rimasto male perchè ho deciso io di dare la fascia a Ronaldo. Lui tornava da un infortunio particolare e aveva bisogno di sentirsi ancora importante, ho parlato con la società e non ci ho pensato un secondo a dargli la fascia per farlo sentire importante".
Cinque-sei anni fa, quanto è stato vicino alla Spagna? Real Madrid e Barcelona erano molto interessate e sembrava che l'Inter avesse intenzione di parlarne...
"Sono stato vicino alla Spagna, ma non per una mia decisione, non ho mai pensato di andare via dall'Inter. È stato un momento un po' confuso, sembrava che la colpa fosse solo mia, i giornali scrivevano che volevo andarmene. Io non ho mai parlato con nessun altro club, sono dell'idea che il tempo metta le cose a posto. Infatti, alla fine, ho parlato con Moratti e il presidente mi ha detto che voleva tenermi, per questo ora sono ancora qui".
Chiuderà all'Inter la carriera? E chi è stato il giocatore più forte con il quale ha giocato?
"Ho avuto la forutna di giocare con tanti campioni: Ronaldo, Baggio, Vieri, Zamorano... Tutti giocatori che hanno fatto bene dove hanno giocato. Per quanto riguarda il mio futuro, vorrei rimanere nell'Inter e chiudere la carriera qui. Lo dicevo in tempi non sospetti, lo ripeto con orgoglio e con ancora più forza adesso".

fonte: INTER.it

GRAZIE JAVIER

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Verso Inter-Lecce

Nella serata in cui Zanetti toccherà quota 600 solo un esercizio di stile pessimistico può agitare le acque di una vittoria quasi scontata. Il "quasi" ha due spiegazioni: il rientro di lungodegenti e il massiccio ricorso al turn-over in vista del derby. Come se il Lecce non esistesse. Come se il Catania fosse lontano anni luce. Invece, avendo più di un amico salentino e avendo Zanchetta (ex Primavera Inter) nella mia squadra di fantacalcio, vorrei dedicare qualche riga ai rischi che possono venire dagli avversari. Innanzitutto, sono forti davanti: Tiribocchi è bravo in acrobazia, Castillo è rapido nell'area piccola (Cacia ha avuto tanta sfortuna, ma è una prima punta di valore); e poi sono la tipica squadra da corsa, con incursori imprevedibili (Caserta ha già segnato 2 gol, Munari mi piace, Stendardo può colpire di testa) e la "leggerezza" che viene dal sapere che a San Siro, se azzecchi i 90 minuti, puoi conquistare la luce dei riflettori.
   Un'Inter "normale" - direbbe Mou - vince con 3 gol di scarto. Ma se metti in campo una squadra che non ha mai giocato insieme, con 3-4 undicesimi arrugginiti per vari motivi, e magari qualcun altro che tira indietro la gamba per non pregiudicarsi il derby, i rischi si accumulano. Soprattutto se non riesci a indirizare la partita nella prima mezz'ora, e ti fai prendere dalla frenesia. Personalmente, sono davanti a un dilemma: cedere Balotelli al fantacalcio e sostituirlo con Alexis Sanchez dell'Udinese. Un amico interista con cui ho parlato ieri sera, dice di aspettare questa partita, che Balotelli giocherà e segnerà; ma siccome uso il fantacalcio come cura psicanalitica e tendo a non scegliere calciatori dell'Inter (se fanno gol o giocano bene, sono contento comunque), credo proprio che sacrificherò il ragazzino. Temo sia destinato a vedere poco il campo.Il suo utilizzo è uno dei punti critici nello schema d'attacco di Mourinho, incentrato su Ibrahimovic e speranzoso di poter rivedere un Adriano all'80% del suo potenziale.
   Per giocare mezzora ogni tanto, è molto meglio Cruz - 100 volte più intelligente, tatticamente parlando - del giovanissimo numero 45. Ecco, chiudo su Cruz. Sapete che è il mio preferito, e che non vorrei che Mourinho ripetesse la farsa dei 4 minuti a Torino. L'anno scorso ha segnato 13 gol, 10 decisivi. Nessuno ha segnato altrettanto, su azione. E tutti i suoi partners si sono giovati del suo spirito di squadra, perché chiunque gioca meglio accanto al Jardinero. Ricordate? Persino Oba Martins sembrava un fenomeno.

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Lomonaco.....

Lomonaco. Una intimidazione da non sottovalutare

 

"Non ha rispetto né degli avversari, né della nazione che lo ospita, né dei tecnici. Mourinho è semplicemente uno da prendere a bastonate nei denti. Non non siamo un popolo che si può imbonire con le chiacchiere e quindi Mourinho la smetta di fare il chiacchierone. Muntari, poi, lo conoscono tutti, non è nuovo a questi gesti e meritava quella espulsione sacrosanta. Mourinho farebbe bene a guardare i suoi problemi, a quanto costa lui e la sua squadra alla sua società. Se non vince, deve fare la valigia e tornare al suo paese. (Pietro Lomonaco)"

   Chiariamo subito una cosa: nel merito non c'è nulla, nelle dichiarazioni di Lomonaco, che non possa essere facilmente confutato con i fatti. A partire dal dato statistico: in 90 minuti e nonostante la superiorità numerica il Catania ha tirato 1 volta nello specchio della porta nerazzurra (il goal); ha avuto 6 minuti appena di supremazia territoriale, ossia 6 minuti in tutto in cui ha giocato nella metà campo interista nonostante la superiorità numerica; l'indice di pericolosità degli etnei, ossia il coefficiente che misura la produzione offensiva di una squadra (possesso palla, verticalizzazioni, capacità di tiro e azioni offensive), è inferiore al 30%. Tutti i dati sono verificabili sul sito della Lega Calcio. Il resto è fuffa.
   Lo stesso vale per Sulley Muntari: non ci risulta che il giovane centrocampista ghanese, che proviene da due ottime stagioni in Inghilterra, si sia mai preso 4 giornate di squalifica per aver insultato la figlia malata di un suo avversario. Sarà certamente un atleta veemente e fisicamente esplosivo, ma nulla più di questo. Ci risulta invece che Giacomo Tedesco, reputazione non proprio cristallina tra Salerno, Palermo e Reggio Calabria, abbia fatto ANCHE ciò (leggi). Ma attenzione: questo è "soltanto" il merito, è soltanto la verità. E nella comunicazione - i politici insegnano - non sempre i fatti concreti, veri, hanno un peso determinante. Conta di più "il segnale" lanciato e il target che lo recepisce. Per questo credo che sarebbe un errore grave sottovalutare le parole dell'a.d. del Catania. La società nerazzurra e il tecnico Mourinho commetterebbero una gravissima leggerezza se non cogliessero il senso di questa invettiva. Cerchiamo di capirci: queste parole sono di una violenza verbale inaudita, una vera e propria intimidazione. Benzina sul fuoco di un calcio che non sa guarire dal virus della violenza che lo attanaglia.  Dichiarazioni ancor più gravi perché provengono da un dirigente di una società di calcio professionistica. Di più: dal dirigente di una società di calcio coinvolta, seppur indirettamente, in orribili fatti di sangue poco più di un anno fa. Dopo la morte dell'ispettore Raciti l'amministratore delegato del Catania, Pietro Lomonaco, aveva detto di aver chiuso col calcio rassegnando pubblicamente le proprie dimissioni. A distanza di quasi due anni è ancora al suo posto. E nel frattempo ha impreziosito il proprio curriculum con altre perle: come la polemica e i ricorsi avversi all'Inter quando i nerazzurri schierarono Marco Materazzi (rispedito a casa dopo la convocazione azzurra) in occasione della sfida del "Massimino" (leggi). In un paese civile si prenderebbero provvedimenti seri contro personaggi di questo genere. In Italia non accadrà nulla. E allora auguriamoci almeno che Josè Mourinho e la società nerazzurra si guardino attorno e facciano mente locale. Questa è l'Italia, Signori, non l'Inghilterra.

 

bauscia.splinder.com

Ciao

Finito il mercato inizia il periodo dei casi, del resto bisogna pur vendere i giornali ....

 

Complimenti alla fantasia di chi ha scritto l'articolo, che riportiamo inbasso, leggetelo , e da morir dal ridere  ahahahah

avercene di "casi" del genere ahahahah

proviamo ad accennare a qualche risposta anche se forse non sarebbe il caso ...

  • Crespo sapeva da luglio di non far parte della lista champions , ed era anche scontato vista la concorrenza, l'unico dubbio era dovuto al mancato arrivo di Quaresma, comunque farei notare che CRESPO (da noi 5 attaccante) ad esempio, nel milan,  sarebbe praticamente titolare, questo dovrebbe far riflettere, e scrivere un bel articolo...
  • Obinna NON è mai stato nella rosa dell'inter, la società lo ha rilevato per cederlo, c'è stato un problema burocratico da parte inglese, sicuramente i più tristi saranno quelli dell'everton .........
  • Il contratto di adriano è naturalmente da discutere in ben altro periodo , non vedo dove sia  il caso ?!?!?!?!? forse è solo una SPERANZA DI CASO ! ahahaha

comunque a fantasia i "giornalisti" italiani sono tra i migliori al mondo ............. una volta lo erano nel loro mestiere !

 

 

ecco l'articolo di letto su gol.com , non firmato, probabilmente
tratto da Tuttosport ....

All'Inter ci sono due casi ancora irrisolti: Crespo e Obinna. Branca prova a smentire e ne spunta un terzo: Adriano!

L'arrivo in pompa magna di Quaresma, la gioia di Mourinho per l'acquisto del suo pupillo, non possono far dimenticare i due casi spinosi rivelatasi nell'ultima giornata di mercato in casa Inter: il primo riguarda Hernan Crespo e il secondo Victor Obinna.

Ieri, Marco Branca ha cercato di chiarire entrambe le situazioni, ma senza volerlo ha gettato nubi anche sul futuro di un altro attaccante dell'Inter particolarmente caro al presidente Moratti...

Su Crespo, il direttore dell'area tecnica nerazzurra ha voluto smentire la voce circolata riguardo ad una comunicazione arrivata solo via sms: "Mourinho gli ha parlato e certe cose si conoscevano già prima di lunedì: la lista era stata preparata da 2-3 giorni e l'allenatore era stato molto chiaro con tutti".

Diversa la questione Obinna. Branca è molto arrabbiato con le autorità inglesi: "Il ragazzo ha capito che era meglio giocare ed era felice del trasferimento all'Everton, cui serviva un giocatore con quelle caratteristiche. Poi è successo che le autorità inglesi non gli hanno riconosciuto le sue presenze nella nazionale olimpica, per gli extracomunitari è necessario che abbiano giocato almeno il 75 per cento delle gare della loro nazionale A, quindi non gli è stato concesso il permesso di lavoro. E questo è molto strano per il capitano di una nazionale che ha giocato una finale olimpica ed è tornata con una medaglia d’argento".

Intervista finita? Macchè. Branca cade sulla buccia di banana chiamata Adriano: "Il suo rinnovo? Non se ne parla, non è nella nostra politica. Il brasiliano non va in scadenza l'anno prossimo e sa benissimo che non abbiamo fretta...".

ecco alcune opinioni su questo articolo su interfans.org

il miglior commento ..... ?

siamo allo sbando

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Geniale !

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Mourinho, è soddisfatto dell'arrivo di Quaresma?

"Prima voglio dire che, quando sono arrivato all'Inter, ho chiesto al Presidente, a Marco (ndr.: Branca), a Oriali e alla società tre giocatori: Mancini, Quaresma e Lampard. La società mi ha dato Quaresma, Mancini e ha fatto di tutto, ma proprio di tutto, per Lampard. Quando Lampard ha cambiato idea, ho detto che la mia opzione era Muntari e la società mi ha dato Muntari. Quindi, ora che il lavoro sul mercato è concluso, devo ringraziare il Presidente e tutta la società, in particolare il lavoro di Marco e di Oriali, credo che loro devono e possono andare in vacanza (ndr.: ride). Adesso la responsabilità è mia e dei miei giocatori: dobbiamo fare bene. Sono molto fiducioso e contento per quello che ha fatto il Presidente per collaborare con le mie scelte. Sono assolutamente felice.

Come pensa di utilizzare Quaresma ?

Può giocare ala destra, ala sinistra, può giocare nel 4-4-2, può giocare nel 4-3-3, può giocare in panchina e in tribuna
(ndr.: Mourinho ride, Quaresma ride)".
.................
Riccardo, in questo gruppo, rappresenta un giocatore speciale, perchè è l'unico che ho chiesto di comprare nonostante abbia fatto gol a una mia squadra e questo è un vero miracolo. E tutti devono sapere che i giocatori che segnano contro di me non giocheranno mai per la mia squadra... " (ndr.: ride).

 

link inter.it conferenza stampa QUARESMA

UN'ARMA IN PIU'

 

L'esordio. Un pareggio che ci accontenta

image Un pareggio così quanto vale? Mourinho aveva avuto un presentimento e dobbiamo spartirci la posta con un'ottima Sampdoria, che ha affollato il centrocampo, troncando in due la nostra squadra. L'Inter è partita bene, ha avuto diverse occasioni, è passata in vantaggio, ma nel contesto generale non ha brillato. L'emergenza difesa si è vista tutta: uomini poco tranquilli, una tendenza a uscire dall'area a soccorrere i centrocampisti - anziché il contrario - con la grande topica del gol subito. Delvecchio ha potuto segnare indisturbato tra Maicon e Stankovic, mentre Materazzi e Cambiasso erano impegnati a respingere il cross di Padalino. La chiave tattica di Mazzarri ha costretto Mourinho all'unica soluzione possibile, tentare di levare uomini al centrocampo blucerchiato, inserendo Crespo e Balotelli. La mossa ha dato i frutti sperati, ma una volta cessato il dominio avversario nella metà campo abbiamo rischiato di prendere il gol di rimessa, con un salvataggio choc di Materazzi su Cassano.
   L'Inter ha però attaccato, spinta da Jimenez e il solito Ibrahimovic, che ha perso via via lucidità. La grande occasione del cileno, che manda sopra la traversa a cinque minuti dalla fine, su imbeccata di Ibra, è l'epilogo della nostra serata. Arbitraggio modesto, che porta recriminazioni da ambo le parti (i doriani chiedono un rigore, gli interisti pure, Ibrahimovic ancora si domanda perché è stato bloccato all'ultimo secondo).
   La sosta cade nel momento giusto, in quanto dobbiamo recuperare i difensori centrali. Con un Cordoba o un Chivu certe situazioni non si sarebbero nemmeno create. Il migliore dei nostri è stato Maxwell, col fiatone Figo e Mancini, bene Ibra e Jimenez. Nella Samp grande prova di Palombo, Delvecchio e Franceschini. Da Cassano qualche spunto e abbracci per Mourinho.

bauscia.splinder.com

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