TI PRENDO E TI MANDO VIA

sport.alice.it/it/settore

Le gestione Moratti non ha mai brillato per la qualità degli addii. Simoni per esempio, confermato controvoglia, fu mandato via dopo due vittorie di fila, di cui una con il Real, a pochi giorni dal panettone.

Ma rimaniamo nel terzo millennio. Il primo a essere silurato fu Lippi, così:

F.C.Internazionale comunica l'interruzione del rapporto con il signor Marcello Lippi. La decisione è stata presa al termine del colloquio fra il presidente Massimo Moratti e lo stesso Lippi, cui si riconosce l'assoluto impegno professionale profuso finora.

Mi sembra un buon comunicato, corretto nella sostanza e nella forma. Addirittura eccessivo il contentino finale per uno che aveva appena detto "li prenderei tutti a calci in culo".  Arriva Tardelli. Che non avrà il benservito via comunicato. Arriverà tra mille peripezie a fine stagione centrando un obiettivo di prestigio, tipo certe squadre più titolate al mondo (la Uefa), e quando ancora era in carica rispondeva tranquillamente a perfide domande nelle interviste, confermando che non sarebbe rimasto, che avrebbe valutato altre offerte e che Cuper era un buon allenatore. Insomma: un addio lento e inesorabile, a esaurimento.

Capitolo Cuper. Una domenica (si era giocato il sabato, Brescia-Inter 2-2) viene esonerato. Così:

Fc Internazionale Milano ha deciso di esonerare Hector Raul Cuper. All'allenatore argentino e al suo staff, il tecnico Oscar Armando Cavallero e al preparatore fisico Juan Manuel Alfano, vanno i ringraziamenti del club per il lavoro svolto. Al seguito della squadra, che partirà oggi per Mosca, impegnata martedì nella terza gara di Champions league contro la Lokomotiv, ci sarà Corrado Verdelli.

Un comunicato essenziale, non particolarmente caloroso, ma rigoroso e ricco di particolari. Dopo Verdelli, allenatore per una partita, arriva Zaccheroni. Mi soffermo un attimo su Zac. Accetta di allenare una squadra non sua, perde la Ciempions già al primo turno, gliene capitano di tutti i colori, ma alla fine coglie l'obiettivo del quarto posto. Al termine di una sciocca ed estenuante manfrina fatta di gigantesche negazioni dell'evidenza (da settimane si sapeva che lo avevano fatto fuori e il Mancio aveva già firmato), il 15 giugno 2004 viene liquidato così:

F.C. Internazionale Milano comunica di aver accettato le dimissioni presentate ieri sera dal tecnico Alberto Zaccheroni.

Minchia. Non un minimo ringraziamento, non un fronzolo. Ho sempre pensato che il comunicato l'avessero scritto con un Blackberry magari in ascensore, chessò. Ma non avevo ancora visto il comunicato con cui, quattro anni dopo, avrebbero fatto fuori il Mancio:

F.C. Internazionale ha comunicato al signor Roberto Mancini il suo esonero dall'incarico di allenatore responsabile della prima squadra, in particolare in ragione delle dichiarazioni rese dal tecnico all'esito dell'incontro Inter-Liverpool dello scorso 11 marzo 2008, di quanto ne è seguito, sino ai fatti più recentemente emersi nelle cronache giornalistiche.

Andiamo con l'esegesi. Il "signor" era stato riservato solo a Lippi (appare comunque come una presa di distanza, una inutile formula burocratese). Molto singolare anche l'uso del verbo "comunicare". Nei casi precedenti, era l'Ufficio stampa dell'Inter che comunicava al mondo esterno l'avvenuto esonero dell'allenatore. Nel caso di Mancini, l'Inter comunica l'esonero a Mancini stesso, e poi lo fa sapere al volgo per conferma. Un'azione vagamente muscolare.

La cosa odiosa è l'elenco delle motivazioni, che non si è mai visto da nessuna parte. E' come se per Cuper avessero detto "perché non ne azzecca più una", o per Zaccheroni "perchè è una pippa". Non credo sia mai successo che, nel comunicato di esonero, una società facesse la lista della spesa. Se un presidente esonera un allenatore, cosa c'è mai da spiegare che non si possa capire? L'esonero è un'azione che non necessita di cronistorie: arrivederci e grazie, questo è un esonero. E invece l'Inter si premura di dirci il perchè, scrivendolo a chiare lettere.

Torno un attimo all'esegesi. L'uso della formula "in ragione" mi fa pensare che il comunicato non l'abbia scritto un giornalista, ma un avvocato. E  se l'ha scritto un avvocato, questo comunicato non è altro che l'elenco delle contestazioni che faranno al Mancio per non scucirgli un ghello. Più che un esonero, è una specie di prestampato di un licenziamento per giusta causa. Tra le tante stronzate che si sono scritte e dette in questi ultimi giorni, lo scenario apocalittico che prefigurava uno scontro giudiziazio sanguinoso tra l'Inter e Mancini, a dieci giorni dalla vincita di uno scudetto, mi faceva sorridere. E invece sarà proprio così: ce lo comunica l'Inter.

Infine: sono - l'ho scritto subito - di fatto d'accordo con i primi due motivi dell'esonero. La sparata dopo Inter-Liverpool e, come dice l'avvocato, "quanto ne è seguito", sono due ottimi motivi per cacciare un allenatore. Non ho mai avuto il minimo dubbio che sarebbe finita così: mi sarei stupito del contrario, cioè della conferma (e non credo, come riferisce Lupo de Lupis, che Mancini sia stato sorpreso dalla decisione, non ci credo neanche un po'). E lo ribadisco: preferisco una decisione amara, forse sbagliata ma radicale, alla prospettiva di tirare avanti nella reciproca diffidenza.

Però, ragazzi, il punto 3 è un infamia. Il riferimento alla storia delle intercettazioni è palese. E il Mancio che paga per tutti è una roba odiosissima. Non so se salteranno fuori novità o casini da quella storia apparentemente ridicola e tirata fuori ad arte a quattro giorni dalla partita scudetto. Che però questa cosa venga fatta purgare all'allenatore - lasciato solo al momento della pubblicazione sui giornali, e messo alla gogna adesso senza diritto di replica - è (eufemismo) una gigantesca caduta di stile. Posso accettare nel merito l'esonero di Mancini, la faccenda non mi toglie minimamente il sonno e aspetto con grande curiosità il prossimo allenatore (è il calcio, bellezza, e non possiamo farci niente). Che però l'allenatore che ha messo la firma a tre scudetti e quattro trofei, i sette ottavi del bottino dell'era Moratti jr, venga messo alla porta in questo modo faccio fatica a mandarlo giù. I conti si regolano al riparo da occhi indiscreti. Buonuscita, milionate? Ribadisco: frega un cazzo. Ma dirsi addio con la delicatezza tipica della guapparia mi sembra un po' troppo anche per gente che ne ha viste tante.

TUTTOINTER.org


Blog di opinioni sull'INTER di TuttoInter.com

il passato il nostro ONORE, il futuro la nostra GLORIA
il presente il nostro ORGOGLIO, la serie A è nel nostro DNA ...