TRISTEZZA (PER FAVORE VAI VIA)

 

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No, niente, è un lutto che non sono riuscito a elaborare durante la notte. Mi sono svegliato anche più turbato di ieri. Perché la questione è fondamentalmente una: nettamente in testa al campionato italiano di giuoco calcio c'è una squadra che schiera contemporaneamente Gattuso, Boateng, Van Bommel e Abate, e tutto questo può accadere se c'è, oltre a una quota di merito proprio, anche una significativa quota di colpe altrui. Visto che questa povera nazione si lamenta del coefficiente Uefa ben più delle cagate che dice il premier a Lampedusa, allora è il caso di considerare bene il profilo del campionato. Perché quasi al secondo posto e in piena corsa scudo (sta giocando ora) c'è una squadra che vale il quarto posto, e al quarto (giocando il miglior calcio del campionato) ce n'è una che vale l'ottavo.

In tutto questo, appunto, l'Inter non può recitare il ruolo della vittima o della verginella vessata dagli arbitri. L'Inter è l'Inter, punto. E il dato di cui già scrivevo ieri sera (gli scontri diretti con Milan e Juve) ci regala un quadro impietoso della situazione.

L'Inter è l'Inter, dicevo. E le partite contro Milan e Juve sono la cartina di tornasole, ogni stagione che Iddio ci concede, di cosa è l'Inter. Quest'anno contro Milan e Juve abbiamo fatto un punto in quattro partite, segnando 0 (zero) gol. E sottolineerei anche il fatto che quella di ieri sera, persa 0-3, è stata decisamente la migliore: abbiamo rischiato seriamente di segnare, abbiamo tenuto il pallino del gioco per periodi eccedenti i cinque minuti consecutivi. Abbiamo giocato, a parte dal 2-0 in poi. Io la penso principalmente così: Leonardo ha sbagliato la formazione, come al solito non l'ha corretta (poi, ovvio, ti capita l'espulsione e tutto diventa difficile, forse impossibile), e l'atteggiamento complessivo della squadra non è stato pari alle attese che tutti abbiamo covato in queste due settimane del cavolo.

Gli errori arbitrali? Le decisioni istantanee di Rizzoli sono tutte accettabili, per le condizioni in cui sono state prese (che sono quelle normali, boys: deve dirci in una frazione di secondo se è fuorigioco, se è rigore, se è simulazione, se è fallo): i fuorigioco sono millimetrici, il gol-non-gol non l'ha svelato nemmeno la fastasmagorica telecamera dedicata su cui Sky ha rotto il cazzo per tre ore nel pre-partita, fe poi atico a lamentarmi quando non avremmo avuto molto da dire sul mani di Maicon se avesse fischiato rigore, ed eravamo appena all'ottavo minuto. Io tutte queste cose le accetto di default, così come accetto che il miglior centravanti del mondo sbagli un gol fatto. E' il calcio.

Se proprio devo lamentarmi dell'arbitro, lo faccio per una questione importante, che esula completamente dalla cerchia delle decisioni istantanee. Mi lamento - dovrebbe essere una questione generale di tutto il calcio, non di Milan-Inter - del metro di giudizio, che è una questione non istintiva, ma tecnica, direi quasi politica. Se conveniamo che l'entrata da dietro e l'entrata violenta vanno sanzionate con l'ammonizione, gli arbitri italiani mi devono spiegare perché a volte il cartellino esce dalle loro tasche solo dopo un'ora di partita, come se su tutto quello che avviene prima gravi una specie di bolla di comprensione ("fai il bravo, alla prossima ti ammonisco") che, se c'è, tanto vale regolamentare. La prima falciata da dietro vale per tutti? Scriviamolo. Ieri Zambrotta, Van Bommel (e forse anche il nostro placido Thiago) avrebbero dovuto fare la doccia con molto anticipo, e chissà come sarebbe andata.

Ma comunque resta l'amaro. Non era l'Inter che avrei voluto vedere nella partita che poteva voler dire sorpasso. Su questo spero siate d'accordo con me, e non c'è Rizzoli che tenga. E adesso avanti, chè tutti meritiamo altro e non vogliamo fermarci qui.

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(spero che i giochi di parole con Pato siano finiti, non se ne può più)

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