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Articolo di settore.myblog.it

Peggio di così non poteva andare: la Lazio si è cagata in mano quando poteva vincere la partita, il Parma perdendo in casa col Genoa ha reso ininfluente anche la terza delle quattro partite che restano alla Roma, la Fiorentina - che ha esalato l'ultimo respiro per rompere i coglioni a noi - ha rilanciato l'Atalanta che si giocherà sabato a Milano buona parte delle speranze di restare in A. Tutto questo per dire che il campionato si decide virtualmente alla quartultima giornata, cioè tra sabato (Inter-Atalanta) e domenica (Roma-Sampdoria), perchè le successive tre partite della Roma sulla carta sono ridicole e quindi, se passerà indenne la quartultima, il campionato potrà perderlo solo suicidandosi. E noi invece affrontiamo un'Inter-Atalanta insolitamente decisivo (non mi metto a fare analogie con il recente passato, e sappiate che se le facessi mi toccherei vigorosamente) dovendo giocarci attorno (domani e il 24) due partite con il Barcellona. Ah: nei prossimi 16 giorni, oltre a queste tre partite fondamentalissime, aggiungeteci la terzultima di campionato e la finale di Coppa Italia. Aggiacciante. Spaventoso. O bellissimo.

La Roma sta mettendo a frutto un mix di entusiasmo e di fortuna che, collocato appunto in una piazza come Roma, va moltiplicato per tre. Se dall'Islanda arriva cenere lavica, su Roma si è addensata una nube di culo (trattasi di un fenomeno difficilmente spiegabile) che rende difficile il traffico aereo del resto della serie A. L'Inter si è rimessa a viaggiare (10 punti nelle ultime 5 partite, non male se raffontati ai 6 delle precedenti 6) e a segnare (11 gol nelle ultime 5 partite, non male se raffontati ai 5 delle precedenti 6), però la Roma viene da 6 vittorie di fila (e da ormai 24 risultati utili consecutivi) e quindi le cifre degli altri finiscono per essere molto relative. Se passa lo scoglio Samp (squadra in formissima, finalmente un avversario vero, non come quelle amebe in maglia biancazzurra) avrà tre partitucole con avversari salvi, demotivati e senza grilli per la testa. Potremmo solo sperare in una riedizione di Roma-Lecce, ma capita una volta ogni tot.

Questo finale di stagione è così perversamente bello, o spaventosamente spaventoso (fate voi), che alle tre di notte sono qui che faccio le tabelle scudetto e calcolo i bioritmi dell'Atalanta (l'Atalanta!), e domani (domani!) giochiamo in semifinale di Champions con il Barcellona. C'è stato un momento oggi (gol di Rocchi, il Barcellona in autostrada a cantare "Que cubierta de flores") in cui fantasticavo su mondi sublimi e obiettivi plurimi. Poi tutto è sfumato perchè è giusto così, noi siamo stati inadempienti e a questi va bene qualsiasi cosa, con buona pace di tutti. Vi meritate Sordi, diceva Moretti. Oggi ci meritiamo Toni e le sue sceneggiate, Totti e le sue arroganze, De Rossi e la sua barba (e le sue gambe tese). E' già tutto un festeggiare e un carosellare (e un puncicare). I conti si fanno alla fine, ma ormai è tutto instradato verso l'happy ending.

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