L'INTER 2

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Niente, dai, è giusto così. L'Inter 2 - quella del girone di ritorno, sì, quella demolita dagli infortuni, quella bolsa per una condizione atletica mai ritrovata (spero che l'anno prossimo ci risparmino le barzellette sui benefici di Dubai), quella depressa per la Ciempions ma orgogliosa per il campionato - non è oggettivamente una squadra che meritasse di vincere con tre o quattro giornate di anticipo, dopo aver miracolosamente tenuto assieme un tesoretto sempre più smilzo ma che a due giornate dalla fine, con una partita in casa apparentemente priva di complicazioni, pesa ancora oro, anzi platino.

Era ovvio che i milanisti si sarebbero tagliati i coglioni pur di non stenderci la passerella, ovvio e legittimo. Meno ovvia e legittima la nostra partita, insulsa per un'ora, un tirare a campare come se tutto dipendesse esclusivamente dall'ignavia della Roma, dal fenomenismo della Samp e dal temporeggiare del Milan. E' chiaro se ci può stare tutto se si pensa (forse  con troppo anticipo, forse mentre sei in campo a giocare un derby) che domenica c'è il terzo match point a San Siro, contro un Siena salvo e nella condizione forse migliore, a questo punto: quella di avere un solo obiettivo e un solo risultato, perché con gli intrecci e i calcoli poi ci si distrae e si perdono i palloni a venti metri della porta.

Domenica c'è Inter-Siena, abbiamo tre punti di vantaggio e a questo punto diventa accademia parlare della formazione di oggi, della voglia di oggi, delle cagate che abbiamo fatto oggi (perché un derby, Inter 1 o Inter 2, tesoretto o non tesoretto, è sempre un derby e a perderlo girano i coglioni). Quello di domenica è qualcosa di più di un match point. Direi che può farcela anche l'Inter 2. Vorrei che fosse già domenica, se non altro per risparmiarmi sei giorni di paturnie. Mi vedo già parcheggiare vicino al San Carlo e andare verso il Meazza respirando un'aria allegra di partita e di porchetta.

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