GRAZIE MANCIO

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Per motivi di spazio, non sto qui a elencare tutti i motivi per cui siamo dispiaciuti (eufemismo) che sia andata così, e soprattutto per cui tutti temiamo - e come non farlo? - che questa decisione finale si rivelerà un autogol tipo quello di Materazzi a Empoli, un bel tiro da quaranta metri nella nostra porta che lo vedi e lo rivedi e ancora non ci credi. E che magari potrebbe diventare anche la disastrosa contro-svolta di una tendenza che ci piaceva tanto (vincere, you know), facendo ripiombare l'Inter nel vortice delle decisioni sbagliate e degli uomini fuori posto. Facciamo andar via uno che in quattro anni ha vinto tre scudi e quattro coppette: ci sarà sempre qualcuno che dirà che con questa squadra tre scudi e quattro coppette li avrebbe vinti anche suo zio, ma noi sappiamo che non è esattamente così.

Elenco quindi i motivi per cui io penso che 1) non poteva che andare in questo modo e 2) c'è la teorica possibilità che non sia una decisione sbagliata.

1) Mancini ha commesso un errore clamoroso la notte di Inter-Liverpool. Per quanto devastato fosse e per quanto complicata fosse la sua situazione all'interno dell'azienda Inter, il suo annuncio è stato un sostanziale suicidio. E' stato lo stesso Mancio ad aprire all'Inter uno scenario che abbiamo visto replicato decine di  volte in tante squadre: spesso - non sempre, ma spesso sì - per una squadra non c'è niente di peggio che sapere che a fine anno si cambia tutto. Non saprei pesare con certezza quanto l'Inter abbia perso da marzo in avanti a causa di quella sparata, o al contrario quanto abbia guadagnato (specialmente alla fine) facendo quadrato intorno all'allenatore, al tesoretto e - è noto che non stimo i calciatori - al premio-scudetto. Resto anche convinto che Mancini covasse già la decisione di andarsene, e che quell'annuncio non fosse stato una cosa estemporanea. Dati per scontati i problemi interni alla società e il parziale isolamento dell'allenatore (o comunque, tipo nel rapporto con alcuni calciatori, il sostanziale abbandono del Mancio ai suoi casini pubblici e privati, un errore madornle della società), avrei trovato coerente la decisione di chiudere la sua esperienza all'Inter: ho vinto tre scudetti e quattro coppe, ciononostante in questo puttanaio  ho dei problemi, purtroppo ho fatto quattro Ciempions di merda, mi sono rotto le palle, me ne vado vincendo uno scudetto, penso che mi ricorderete per sempre. Sì, l'avrei trovato coerente. E probabilmente il Mancio (questo lo scopriremo solo prossimamente) aveva deciso di fare 'sta cosa già da un po', sa bene dove andrà e purtroppo la sera di Inter-Liverpool non ha saputo mordersi la lingua (se l'è sempre morsa molto poco, quasi mai).

2) Troppe mezze frasi (e anche qualche frase intera) della dirigenza lasciavano intendere che il Mancio sarebbe andato via (o sarebbe stato cacciato, fate voi). Troppe perché tutto fosse rimangiato adesso, davanti a un vassoio di taralluci e a una bottiglia di vino in favore di fotografi e cronisti. Troppe perché chiunque (Moratti, Mancini, noi stessi) potesse dire che non è successo niente e tutto fila liscio come prima, anzi meglio di prima. Può darsi - anzi, è assai probabile - che la decisione di Moratti sia sbagliata. Ma con il clima che c'era, sarebbe stato giusto andare avanti come prima e più di prima? E ci sarebbe stato la reale volontà di farlo, da parte di ognuno? Quanto sarebbe trascorso prima dell'ennesima mezza frase, o dell'ennesimo vaffanculo al momento di un cambio, o dell'ennesimo sguardo storto con il medico o il diesse? Gli ultimi allenatori trattenuti senza il cento per cento della convinzione (di Moratti, dico) hanno fatto una brutta fine. Niente panettone. Ne ho viste fin troppe, all'Inter, per non farmi deglutire questo boccone amarissimo nella sola speranza che, almeno, il quadro si chiarisca. Dolorosamente, irragionevolmente, ma si chiarisca.

Sto con il Mancio, che mi mancherà moltissimo. Ma soprattutto sto con l'Inter. Non Moratti, Branca, Oriali, Ghelfi, la curva. Sto con l'Inter. Il giocattolo si è rotto martedì 11 marzo alle ore 23 passate, è inutile far finta che non sia così. Era un giocattolo bello e prezioso, probabilmente stiamo facendo una grossa cazzata e non si sa bene dove stiamo andando a parare. Ma la favola era già finita, stop, finita da un bel pezzo. Lo scudo è stato un miracolo di tenacia e testicoli, perché gambe e testa li avevamo persi per strada. Dopo mesi di sofferenza (o ci siamo già dimenticati quanto abbiamo sofferto?) preferisco un errore convinto che una certezza ballerina e, diciamolo pure, artificiale. L'Inter ha bisogno di ritrovare un progetto e una direzione. Sul progetto non avevo alcun dubbio: era la direzione che lasciava un po' a desiderare, con tutta 'sta gente che tira da tutte le parti. Sacrificare uno come il Mancio è pura follia, ma io sragiono da interista e spero di no.

 

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