Ciao Mancio

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Nell'estate 2004 sei approdato all'Inter. Ti sei presentato a Milano in una gara amichevole in cui schierasti la primavera contro il Milan in un torneo estivo. Vincendo ai calci di rigore con i ragazzini. Hai concluso la tua prima stagione in nerazzurro regalandoci una Coppa Italia, a 23 anni dalla nostra ultima affermazione nella competizione. Nella stagione successiva (2005-2006) hai vinto la Supercoppa italiana (battendo la Juventus a Torino) e ancora una Coppa Italia (in finale contro la Roma). Col terzo posto in campionato, dopo i fatti di "calciopoli" e l'esito dei giudizi disciplinari, è arrivata anche l'assegnazione d'ufficio del tricolore, il quattordicesimo della storia nerazzurra.
   Nell'agosto 2006 un'altra Supercoppa Italiana con l'Inter, che batte la Roma in rimonta. Il 17 dicembre di quello stesso anno, battendo il Messina, sei riuscito a superare il record di 8 vittorie consecutive per un allenatore nerazzurro. Serie positiva che prosegue quando nel gennaio successivo conquisti la vittoria consecutiva numero 14. A febbraio la squadra raggiunge quota 17: record di sempre. Nell'aprile 2007 con la vittoria per 2-0 sul Parma hai vinto la tua centesima partita in Serie A da allenatore interista; il 22 di quello stesso mese, battendo il Siena per 2-1 mentre la Roma perdeva a Bergamo, hai conquistato da allenatore il tuo primo scudetto sul campo, il quindicesimo per l'Inter. Contro la Roma abbiamo perso la successiva finale di Coppa Italia, la terza giocata di fila. Dopo aver vinto le prime due.
   In Inter-Parma dello scorso gennaio hai tagliato il traguardo delle 200 panchine nerazzurre. Attualmente sei il terzo allenatore della storia dell'Inter per numero di panchine a un soffio da Giovanni Trapattoni. In vetta nella classifica di tutti i tempi è Helenio Herrera, il solo a precederti per numero di vittorie conseguite. Non hai avuto altrettanta fortuna in Europa, dove l'Inter è arrivata agl'appuntamenti decisivi sempre con qualche grave handicap in termini atletici o di assenze legate a infortuni. Tornano alla mente le tue lamentele verso lo staff medico. E non solo. L'amara eliminazione col Valencia con due pareggi è seguita, nel 2008, dall'eliminazione contro il Liverpool. Altrettanto amara. Contro gli inglesi l'Inter gioca oltre 100 dei 180 minuti in inferiorità numerica; a Liverpool la squadra nerazzurra perde 2-0 incassando due reti negli ultimi 5', quando all'assenza di Materazzi già espulso si aggiunge quella del secondo difensore centrale - Ivan Cordoba - colpito da grave infortunio al legamento crociato.
   L'Inter subisce il contraccolpo e vi si aggiungono tanto i tormentati equilibri societari quanto una pressione mediatica costante, sfociata nella diffusione di intercettazioni prive di qualsivoglia rilievo penale (della questione "calcioscommesse", l'unica potenzialmente rilevante in termini di giustizia sportiva, in Procura non sanno niente) alla vigilia della sfida decisiva. Sfida che l'Inter, un gruppo che hai creato e traghettato (parlando quando dovevi parlare e tacendo quando dovevi tacere), vince a Parma conquistando il 18 maggio 2008 il tricolore numero 16 della sua storia centenaria, il terzo consecutivo (il secondo sul campo). Uno scudetto controvento, contro quelle che hai battezzato "vedove". L'Inter si gioca a testa alta un'altra finale di Coppa Italia, la quarta consecutiva, e il meritato pareggio si infrange sul palo della porta difesa da Doni e sulle sceneggiate provinciali dei romanisti; la tua Inter conquista il diritto a giocarsi la quarta finale di Supercoppa in agosto. E tu entri definitivamente nella storia del club nerazzurro regalando in 4 anni a Moratti ben 7 degli 8 trofei della sua decennale gestione presidenziale. Nessun allenatore era riuscito prima di te a conquistare tre scudetti consecutivi. E, purtroppo ne siamo convinti, nessuno ci riuscirà dopo di te. Ciao Mancio.

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