Un mediano alla fine del tunnel – Fabbrica Inter

 

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Stefano Massaron analizza la reazione sconcertata alla nuova Inter targata Gasperini nei commenti dei conduttori e degli opinionisti di televisioni e carta stampata

Se ci può essere qualcosa di positivo, nella GaspInter (dall’inglese to gasp: “to draw in the breath sharply, convulsively, or with effort, esp. in expressing awe, horror, etc” ovvero “inspirare all’improvviso, convulsamente, o con sforzo, specialmente esprimendo stupore,orrore, eccetera”) vista domenica a Palermo, è senza dubbio lo sconcerto trasmesso ai media sportivi tutti, persino ai più solitamente sconcertati, che si ritrovano improvvisamente a tradire — causa confusione e non altro — le linee-guida che li hanno fin qui animosamente animati versus la Beneamata.

Voglio dire, chi mai era riuscito, prima di Gasp, a confondere Franco Rossi al punto da fargli commettere soltanto centosettantanove errori di battitura nel suo ARTICOLO TUTTO MAIUSCOLO invece della consueta media che si assesta ben oltre i trecentocinquanta? E, traguardo questo forse ancor più commendevole, addirittura a farlo recedere dalla sua inattaccabile e consueta posizione del “pronosticatore del giorno dopo” — specialità che prevede, appunto, il vanto di pronostici quando questi si sono puntualmente avverati e mai prima, specialità di cui il NOSTRO MAIUSCOLO è indiscusso maestro ormai dai lontani anni in cui si è fregiato del titolo di primo web-blablabla?

Eh sì, perché persino Franco Rossi non sa che pesci prendere. Lui, che d’altra parte riteneva CrispyBacon Mariga “uno veramente bravo” e continua imperterrito a sostenere che Thiago Silva e Nesta sono la miglior coppia di centrali del mondo, riesce a scrivere UN INTREO ATRICOLO senza nemmeno menzionare lateralmente qualcosa di simile a un “io ve l’avevo detto”. Anzi, nella foga di bastiancontrarizzare che gli è propria, raffazzona una strana giustificazione secondo la quale non è la difesa a tre a fare acqua, ma i suoi interpreti, quei “logori Lucio e Samuel” (traduco liberamente dal Francorossese, notoriamente complicato quando il gaelico) che sono vecchi e quindi causa di tutti i mali mostrati dalla GaspInter dalla linea di mezzeria a scendere. Ullallà.

E che dire dello sconcertato per antonomasia, colui che ha dato persino il nome alla sensazione di sconcerto (e non il contrario come si potrebbe supporre a una prima superficiale analisi dei cognomi italiani)? Lui, che è notoriamente “amico di tutti” — tranne che di Mourinho, of course — arriva a commentare che proprio il Gasp non lo capisce, e si chiede amleticamente “ma Gasperini sa che Zarate non è un’ala?” eppoi indugia sul clamoroso doppio fuoriruolo di Sneijder e Forlan manco parlasse di un Mourinho qualsiasi con cui non c’è verso di farsi invitare a cena alla Trattoria Toscana di Covercianello. Ovviamente alla fine tenta piuttosto penosamente di salvarsi in corner — appropriate le metafore calcistiche, direi — aggiungendo un “io Gasperini lo rispetto molto” che, tristemente, ottiene l’effetto contrario, ovvero accentuare invece che attenuare lo sconcerto provato dallo Sconcerti. E peccato per la prossima cena, mi sa, Mario: senza quel “io Gasperini lo rispetto molto”, un piatto di bucatini poteva ancora saltarci fuori. Così, tsk tsk… non ci giocherei manco mezz’euro.

Passiamo poi a Elefante della Gazzetta, che senza ricordarsi che la Clausola Uno del Contratto Rosa Collettivo prevede il bombavdave in manieva costante (cit.) l’Inter non appena ve ne sia occasione, afferma — e speriamo abbia la febbre — che la vera Inter di Gasperini si vedrà tra sette partite. Non tra sei o tra otto, proprio tra sette: complimenti per la precisione. Ci dicesse anche il minuto della settima partita in cui finalmente si vedrà “la vera GaspInter” ci lascerebbe un po’ meno preoccupati — non tanto per l’Inter, ma per il suo stato di salute, a cui teniamo oltremisura.

L’unico che — forse — riesce più o meno a mantenersi cicciccippianamente “fedele alla linea” è l’immarcescibile Zio Bergomi, che nel post-telecronaca che mi sono cuccato giusto per voi (di solito appena lo Scarpini del doppioaudio finisce passo subito al canale 232) fa tantissimi complimenti alla “voglia di vincere” del Palermo e ce la fa a compiere la straordinaria impresa di dire due volte il contrario della realtà, ovvero che l’Inter è andata meglio nel primo tempo e il Palermo ha stravinto nel finale.

GASP!

Confusione totale, nei media sportivi. Calciomerciato Punto Com dà cinque e mezzo in pagella a Gasperini accompagnando il voto a un giudizio tanto feroce che nemmeno un tre sarebbe bastato a giustificarlo, Tuttosport parla di panchina nerazzurra che traballa eincredibilmente si dimentica di scrivere dell’ormai imminente arrivo di Aguero che, si sa, non vede l’ora di giocare nel Conad Stadium, la Gazzetta — ancor più incredibilmente —rinuncia a PALERMO MANGIA INTER, il titolo che tutti si aspettavano — al punto che i bookmakers inglesi lo davano a 0,9: ci puntavi un euro e, se lo azzeccavi, perdevi comunque dieci centesimi. E, visto che si parla di scommesse, la confusione che regna è tale che sono pronto a giocarmi i novanta centesimi di cui sopra che domani, suTuttoMercatoWeb, Mauro Suma non dirà nemmeno una volta che l’informazione (tra cui pure Mediaset e Mondadori e il multisala UCI) è nelle mani di Moratti.

Prodigi della GaspInter.

In tutto questo sconcerto, un faro nella notte. A SportMediaset, il neo-opinionista Gabriele Oriali dice chiaramente che, se Migliaccio fosse stato sacrosantamente espulso, forse la partita sarebbe finita in modo diverso. E in studio nessuno lo picchia. E non parte nemmeno il nastro dei buuu registrati. E sono sicuro che, se ci fosse stato Mughini (ma c’era?), avrebbe annuito invece di sgranare quegli occhi da batrace che si ritrova dietro le improbabili montature.

Perché Oriali, finalmente, è riuscito laddove tanti eroici ardimentosi avevano miseramente fallito: ha detto qualcosa di interista in una trasmissione sportiva.

C’è un detto che dice: “Se vedi la luce alla fine del tunnel, forse è il faro di un treno che sta arrivando.” (Me lo sono inventato io, ma ci stava bene metterci “un detto che dice”… perdonatemi, se potete.)

Non vogliamo essere così pessimisti. Forse sono proprio gli occhi verdi di Oriali la luce alla fine del tunnel mediatico in cui ci siamo ficcati da quando abbiamo cominciato a vincere davvero.

Con lui in panchina accanto a Mancini prima e Mourinho poi abbiamo vinto tutto. Magari con lui proprio là, nella tana del nemico, riusciremo a iniziare a vincere anche dove di solito veniamo sconfitti prima ancora del fischio d’inizio.

Un mediano alla fine del tunnel?

Prodigi della GaspInter.

http://www.fabbricainter.com/2011/09/12/un-mediano-alla-fine-del-tunnel/

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