La prima Inter di Mourinho: considerazioni tattiche

Gioco largo, squadra corta e pressing alto. Ecco il segreto di Mourinho. Il gioco di Roberto Mancini era basato su un'avanzata lenta ma costante della squadra, l'azione veniva avviata dai terzini, che riproponevano al centro, fino a farsi trovare pronti in sovrapposizione all'altezza della trequarti offensiva. A questo punto del gioco uno degli attaccanti usciva fuori dall'area per ricevere, dialogava con il terzino o l'ala (o il trequartista nel modulo a rombo), per rimettere in mezzo ai centrocampisti di inserimento o all'altra punta. L'azione tipo di questa Inter è quella del momentaneo pareggio nel derby di andata dello scorso anno. Maxwell, Cambiasso, Cruz e Ibrahimovic dialogano sulla fascia. Cambiasso la rimette al centro e il Jardinero finalizza lo scambio, avendo al fianco Jimenez. Nel derby dell'anno precedente, dalla destra, fu Stankovic a finalizzare con un tiro uno scambio Vieira-Crespo-Maicon dopo un recupero sulla fascia opposta. In situazioni del genere si conquistano tantissime punizioni dal limite, perché la squadra gioca con passaggi corti e diretti.
Dominio sulle fasce. Con Mourinho il concetto di possesso palla è lo stesso ma, come ha detto Ibrahimovic, la palla gira più velocemente, grazie al fatto che il mediano basso (Stankovic) si abbassa sulla linea dei due centrali, fa salire i terzini a centrocampo e apre immediatamente il gioco sulle fasce. A questo punto ad abbassarsi per ricevere palla, in sovrapposizione, sono le due ali. La vera differenza è qui: dopo un primo scambio necessario per far salire tutti quanti, il gioco viene smistato sulla punta centrale, che con l'aiuto dei due centrocampisti interni, soprattutto di Muntari, riapre il gioco trenta metri più avanti sulle fasce dove sono presenti complessivamente quattro giocatori. Il dialogo stretto tra Figo e Ibrahimovic, le sgroppate di Maicon, suggeriscono l'idea che la squadra copra meglio lo spazio, dando quella sensazione di dominio territoriale. Ovviamente è un sistema di gioco molto dispendioso e il calo del secondo tempo l'ha dimostrato. Ma abbiamo un vantaggio ereditato dall'Inter di Mancini: sappiamo difenderci anche in condizioni precarie. (Da notare che l'opinionista RAI Collovati ha dato un voto positivo alla prestazione di Riise, letteralmente asfaltato da Maicon nel primo tempo!)
Doppio pressing. L'aspetto più interessante del gioco di Mourinho sta nel doppio-pressing. Si pressa per recuperare palla davanti alla porta e si pressa in raddoppio nella trequarti difensiva. Qualcheduno dirà che è uno spreco far difendere le ali. Forse si, ma Sir Alex Ferguson ci ha vinto una Champions con questo sistema e non si può parlare del Man Utd come di una formazione non offensiva. La squadra accorcia e rilancia grazie a giocatori agili come Muntari, Zanetti e Amantino (utilissimo per scardinare le difese). Nella fase offensiva, una volta che Ibra riceve si creano ampie possibilità perché lo svedese è in grado di calamitare e sopportare i raddoppi difensivi e di riproporsi in sponda coi centrocampisti. Ha tirato Muntari, ma soprattutto abbiamo visto Ibrahimovic al centro dell'area piccola mancare il gol per un pelo. Nell'Inter di Mancini Cruz era diventato indispensabile, in quella di Mourinho è indispensabile avere la squadra in forma (cosa impossibile adesso). Con la variabile pazza Balotelli ancora tutta da scoprire.

bauscia.splinder.com

TUTTOINTER.org


Blog di opinioni sull'INTER di TuttoInter.com

il passato il nostro ONORE, il futuro la nostra GLORIA
il presente il nostro ORGOGLIO, la serie A è nel nostro DNA ...